Spazio

Juice: anche l’Italia alla scoperta delle lune di Giove

Finalmente la sonda Juice (JUpiter ICy moons Explorer) è pronta. Nelle ultime settimane ha completato gli ultimi test e a breve sarà a Kourou, città della Guyana francese dove, nel mese di aprile, sarà lanciata a bordo del razzo Ariane 5. Lì comincerà il suo viaggio di circa otto anni per raggiungere il “gigante gassoso”, Giove, e le sue lune ghiacciate. L’arrivo è previsto nel 2031. 

Gli strumenti italiani

La missione, organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), è una delle più importanti del programma spaziale europeo e vede un grande contributo da parte dell’Italia. L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ha infatti realizzato tre strumenti di altissimo livello tecnologico: il radar sottosuperficiale Rime, lo strumento di Radio Scienza 3GM (Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons) per studiare la gravità e l’estensione dei mari ghiacciati, e la camera ottica Janus. Inoltre, gli scienziati italiani hanno contribuito alla realizzazione dello spettrometro Majis (Moons and Jupiter Imaging Spectrometer) dell’Agenzia Spaziale Francese CNES. 

Esplorazione delle lune ghiacciate

Negli ultimi anni sono stati condotti diversi test allo scopo di preparare il veicolo spaziale a questa nuova missione. Juice, infatti, dovrà operare nelle difficili condizioni di radiazioni e temperature dell’ambiente di Giove, a più di 600 milioni di chilometri dalla Terra. La sonda svolgerà la sua missione per circa tre anni e dovrà portare a termine diversi compiti. Per esempio misurerà lo spessore della calotta ghiacciata di Europa: il radar Rime, in particolare, il cui Principal Investigator è l’Università di Trento, permetterà di penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti galileiani fino alla profondità di 9 Km, con una risoluzione fino a 30 metri. I dati raccolti saranno condivisi anche con il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa. Ancora, Juice esplorerà Callisto, il corpo celeste del Sistema Solare che più di ogni altro è ricoperto da crateri, e studierà la struttura interna di Ganimede, l’unica luna dotata di un proprio campo magnetico. Più in generale, l’obiettivo è comprendere quali sono le condizioni per la formazione dei pianeti e la comparsa della vita, e cosa abbia portato alla diversità delle tre lune.

L’esplorazione delle lune ghiacciate di Giove (di dimensioni planetarie) sta suscitando grande interesse e aspettative all’interno della comunità scientifica: è possibile che le lune presentino immense quantità d’acqua sepolte sotto le superfici, in proporzioni di gran lunga superiori a quelle degli oceani della Terra. La missione Juice non aiuterà solamente a indagare la genealogia del nostro Sistema Solare, ma i risultati saranno utilizzati anche per analizzare pianeti simili a Giove e per ricercare condizioni adatte alla vita umana. Il principale tema scientifico di Juice riguarda, infatti, l’eventuale abitabilità degli ambienti dei pianeti giganti.

Juice porterà con sé anche una targa dedicata a Galileo Galilei, il primo a descrivere il pianete e le sue quattro lune più grandi.

Riferimenti: Esa, Asi e Inaf

Credits immagine: ESA/ATG medialab; Jupiter: NASA/ESA/J. Nichols (University of Leicester); Ganymede: NASA/JPL; Io: NASA/JPL/University of Arizona; Callisto and Europa: NASA/JPL/DLR

Luca Mocini

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