Categorie: Salute

La ketamina potrebbe aiutare a combattere l’alcolismo

L’utilizzo di sostanze psichedeliche, come Mdma e psilocibina (il principio attivo dei funghi allucinogeni), rappresenta un’area di ricerca in fortissima espansione per affrontare diversi problemi di salute mentale. Come anche l’uso della ketamina, sostanza analgesica con effetti allucinogeni, molto utilizzata anche come sostanza d’abuso, per aiutare a curare l’alcolismo. A provarci sono i ricercatori dell’Università di Exeter che stanno per lanciare un nuovo studio di fase 3, chiamato “Ketamine for Reduction of Alcohol Relapse (Kare)”, il più grande del suo genere, per appunto indagare gli effetti di questa sostanza, abbinata alla psicoterapia, nel trattamento del disturbo da uso di alcol, e in particolare nei soggetti con problemi di alcolismo grave che presentano, quindi, un più alto rischio di ricaduta.

In precedenza, lo stesso team di ricercatori aveva svolto uno studio pilota che suggeriva come le persone con grave disturbo da uso di alcol a cui veniva somministrata la ketamina, in abbinamento alla psicoterapia, avevano maggiori probabilità di riuscire a fare a meno dell’alcol nei sei mesi successivi, rispetto invece a chi aveva ricevuto un placebo. In altre parole, la ketamina aumentava l’effetto della terapia psicologica. “Con questo studio di fase 3 vogliamo trovare prove definitive di questo effetto in modo che, si spera, potremmo essere in grado di implementare questo trattamento”, ha commentato l’autrice Celia Morgan.


Uno spray nasale alla ketamina a effetto rapido contro la depressione


I dettagli

Il nuovo studio si svolgerà in tutto il Regno Unito e dovrebbe coinvolgere 280 partecipanti, tutti con grave disturbo da uso di alcol. Alla metà verranno somministrate tre iniezioni con un dosaggio molto basso di ketamina (0,01 mg/kg) per un periodo di due mesi e sarà sottoposta a sessioni di psicoterapia prima e dopo ogni somministrazione. L’altro gruppo di partecipanti, invece, riceverà tre infusioni con un dosaggio molto più elevato di ketamina (0,8 mg/kg), abbinate a sette sessioni di terapia psicologica. Per quest’ultimo gruppo stiamo parlando di un livello di ketamina alto che fa sperimentare a chi lo assume esperienze piuttosto insolite e che, come suggerisce l’autrice, potrebbe essere utile per aiutare i partecipanti ad osservare i loro problemi di alcolismo in un modo diverso.

Una nuova prospettiva

Non solo: la ricerca negli anni ha dimostrato che la ketamina promuove anche la crescita di sinapsi nel cervello, un effetto che si pensa raggiunga il picco 24 ore dopo l’assunzione del farmaco, e potrebbe facilitare così l’apprendimento in tempi brevi di nuove cose. In questo modo, secondo i ricercatori, si potrebbero rendere le sedute di psicoterapia ancora più efficaci. “Il precedente studio giustifica questa indagine più ampia”, commenta al Guardian Mitul Mehta, professore di psicofarmacologia al King’s College di Londra, che non è stato coinvolto nella ricerca. “Abbiamo bisogno di comprendere meglio gli effetti del trattamento in modo che i pazienti con maggiori probabilità di risposta possano essere selezionati e monitorati in modo appropriato. Esaminando attentamente i meccanismi possiamo anche conoscere i modi più efficaci per perfezionare il trattamento in futuro”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Louis Hansel su Unsplash

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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