Categorie: Spazio

La Cina sbarca sulla Luna

Sulla Luna è tempo di Cina: la rossa bandiera a cinque stelle della Repubblica Popolare infatti sventola ora sul satellite (si fa per dire ovviamente), rubando la scena a quella americana. Merito della sonda Chang’e-3, allunata lo scorso 14 dicembre nei pressi della piana Sinus Iridum, o Baia dell’Arcobaleno. A testimoniare l’evento, i video trasmessi dal principale network televisivo cinese, Sina, in cui si vede la sonda scattare immagini del rover Yutu (o coniglio di giada), immortalato nei pressi della bandiera appena piantata.

Dai primi commenti a caldo, la superpotenza asiatica sembra decisa a rivendicare il valore “sovranazionale” dell’impresa. “L’esplorazione dello spazio è lo scopo dell’umanità, e non un traguardo di una certa nazione. La Cina condividerà i suoi successi nell’esplorazione lunare con il mondo intero, e userà le conoscenze acquisite a beneficio di tutti i popoli della Terra”, recita infatti il comunicato rilasciato dall’agenzia di stampa governativa Xinhua.

L’obbiettivo raggiunto da Chang’e-3 è sicuramente di grande importanza. Si tratta infatti del primo allunaggio “soft” (un apparecchio pilotato a terra, e non schiantato sul satellite) dal 1976. La sonda cinese è atterrata in una zona inesplorata nella parte Nord della Luna, e ora il rovere Yutu trascorrerà i prossimi mesi esplorando l’area, raccogliendo dati e immagini che, promettono i cinesi, verranno condivisi con la comunità scientifica di tutto il mondo. Nonostante il ritrovato spirito di fratellanza globale, i cinesi non sembrano però aver dimenticato i recenti dissapori con i rivali della NASA.

Il Ta Kung Pao, quotidiano di Hong Kong particolarmente favorevole alla politica di Pechino, ricorda infatti come gli Stati Uniti abbiano praticato una sorta di embargo nei confronti del paese, unica nazione esclusa dalle strategie di cooperazione americane per lo sviluppo di tecnologie spaziali, a cui di recente si è unita la decisione della NASA (poi ritrattata) di escludere gli scienziati cinesi da una importante conferenza sull’astronomia. “In molti campi della tecnologia high-tech, l’occidente, e in particolare gli USA, hanno una politica contraria alla Cina”, scrive il quotidiano. “I successi di progetti come il Chang’e-3 indicano ce la Cina non ha bisogno di cooperare con gli USA… In futuro, potrebbero essere gli americani a cercare a loro volta l’aiuto cinese nell’industria spaziale”.

Nel paese, inoltre, continua a far discutere l’incidente avvenuto lo scorso 5 dicembre, in cui navi della flotta americana e cinese hanno mancato di un soffio la collisione. Secondo fonti americane, la nave USS Cowpens sarebbe stata costretta a ricorrere a manovre di evasione per evitare una nave militare cinese, nonostante ripetuti messaggio di allerta inviati via radio. L’esercito della Repubblica Popolare per ora ha evitato ogni commento, ma secondo il quotidiano cinese Global Times, l’incidente, il più grave episodio del genere dal 2009, sarebbe da imputare ai continui tentativi di controllo delle operazioni navali della flotta cinese da parte degli americani.

“Se la marina e l’aeronautica statunitensi continueranno a aggirarsi nei pressi del territorio Cinese – commentano sul quotidiano – un confronto prima o poi è destinato ad avere luogo”.

Via Wired.it

Credits immagine: Chinese National Space Administration/China Central Television

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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