La città dei sogni

Centinaia di architetti e urbanisti di sedici città estere e dieci città italiane, riuniti in videoconferenza per disegnare la città della pace e della scienza, la città cablata del XXI secolo. E’ accaduto a Napoli il 22-23 febbraio scorso, su iniziativa del comitato promotore della Carta di Megaride ‘94, nata dall’incontro nel 1994 di oltre 600 urbanisti provenienti da 27 paesi.

“La conferenza è stata un’occasione per far conoscere i programmi di cooperazione in cui siamo impegnati con gruppi di studio in diverse parti del mondo”, spiega Alberto Notarangelo, architetto, ricercatore presso l’Istituto di Pianificazione e Gestione del Territorio del Cnr e membro del comitato promotore. I progetti sono vari e coprono un’area vasta del pianeta: dalla Colombia, alla Polonia, all’Ecuador. “Tutti i progetti sono costruiti in modo analogo” – spiega ancora Notarangelo – “il primo passo è lo studio di una particolare città. Poi si evidenziano i problemi specifici di quella metropoli. E infine, alla luce dei principi della Carta di Megaride, si propongono delle soluzioni”.

La cooperazione consiste nella creazione di gruppi di studio per la realizzazione di progetti da presentare alle autorità locali. La formazione, che pure sarebbe un aspetto fondamentale per l’innalzamento delle professionalità in questi paesi, si potrà attuare solo in un secondo momento. “Purtroppo abbiamo incontrato notevoli resistenze da parte delle strutture governative dei diversi paesi”, spiega infatti Notarangelo, “e attualmente possiamo contare solo sui fondi dell’Università di Napoli e del Cnr”.

Il ruolo fondamentale della tecnologia nella costruzione della città della scienza e della pace è uno dei punti di forza della Carta. Il progresso, dicono i promotori dell’iniziativa, permetterebbe una maggiore equità nella distribuzione delle risorse e nella condivisione del patrimonio culturale. L’innovazione, sempre secondo i principi di Megaride, deve contribuire al superamento delle gerarchie urbane e territoriali, cancellando così la dicotomia fra centro e periferia, fra nord e sud.

A questo proposito il gruppo di Megaride è coinvolto in un progetto per la riorganizzazione urbana ed economica della striscia di Gaza al quale parteciperanno persone di diverse religioni. L’idea è quella di agevolare così la coesistenza dei popoli, anche risolvendo i contrasti economici. Un progetto ambizioso, che però non ha ancora trovato fondi per la realizzazione.

Il consorzio internazionale, che ha pubblicato il progetto all’interno degli atti del convegno tenutosi a Napoli nel 1996, sta cercando ora appoggi all’Onu, all’Unesco e all’Unchs (Il Centro delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani). “Anche in realtà meno problematiche la tecnologia è un valido strumento per elevare il livello della vita” – conclude Notarangelo – “la cablatura della città permette ai cittadini e alle istituzioni di organizzare meglio le risorse. In prospettiva, a viaggiare saranno solo le informazioni, non più le persone, creando così un sistema più efficiente ed economico”.

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