La complessità della musica

La musica classica e il Gamelan Javanese – un mix di tamburi, gong, strumenti a fiato e a corda – sono tra i generi musicali più complessi. Almeno si considera la loro costruzione ritmica. Ad affermarlo un team di fisici dell’Università Federale di Alogoas (Brasile) condotto Heather Jennings. La novità della ricerca è un nuovo metodo, il Detrended Fluctuation Analysis (Dfa), che si basa su algoritmi utilizzati nell’analisi di dati finanziari, di sequenze genetiche e dei battiti cardiaci. “Questo non significa che la musica più complessa è necessariamente migliore di quella con varietà più semplici”, sottolinea Jennings, “e comunque misurare la ritmicità della musica, anche se può sembrare un metodo abbastanza semplice, è in realtà sorprendentemente complesso”. Il Dfa produce un numero che quantifica la complessità della musica. Se è minore di 1 indica una musica relativamente non complessa, mentre se è maggiore di 1 indica che si sta la musica presenta lunghi intervalli di silenzio e di suono e risulta piuttosto noiosa. Se invece il valore di è vicino o pari a 1 i brani verranno generalmente giudicati piacevoli e interessanti. Una curiosità: sia il jazz che il rock hanno lo stesso valore medio di pari a 0,9. Ciò metterebbe in discussione la nozione che il rock non è altro che una versione minore e semplificata del jazz. Ma si sa, nella musica il ritmo non è tutto. (t.f.)

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