La complessità della spiegazione biologica

Lunedì prossimo si aprono a Nettuno i lavori della seconda edizione della Scuola Internazionale Estiva di Filosofia e Storia della Biologia dal titolo “Gli aspetti della spiegazione biologica: narrazioni storiche, leggi e riduzioni”. Dal 1 al 4 ottobre biologi, epistemologi, psichiatri, filosofi e storici della scienza si confronteranno quindi sul tema della spiegazione in biologia. Le scienze della vita, infatti, impongono all’epistemologia di ripensare i propri modelli esplicativi introducendo concetti estranei alla scienza fisico-matematica, come la storia e la complessità. Davanti ai quali perde di efficacia la spiegazione “classica”, fatta di leggi e dimostrazioni riduzionistiche. Tra i docenti della Scuola – nata nel 1999 dal lavoro svolto all’interno della Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza (Silfs) e riconosciuta oggi come Scuola di Alta Formazione dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – nomi illustri della scienza e della filosofia italiana come Edoardo Boncinelli, Gilberto Corbellini, Silvano Tagliagambe, Elena Gagliasso, Aldo Fasolo e Pietro Omodeo. Galileo ha chiesto a Stefano Canali, responsabile della segreteria scientifica, di spiegare l’importanza della prima scuola italiana interamente dedicata alla filosofia della biologia.

Dott. Canali, perché l’esigenza di una Scuola di Filosofia e Storia della Biologia?

“Prima di tutto per colmare le gravi e croniche lacune nello studio della filosofia e della storia della biologia nel nostro paese. E’ certamente uno strumento per il dibattito scientifico ma si rivolge soprattutto ai giovani ricercatori, a cui intende dare – anche attraverso l’erogazione di 20 borse di studio annuali – una preziosa esperienza formativa. Il carattere residenziale della scuola inoltre favorisce un profondo scambio tra studiosi e docenti e tra questi e i giovani partecipanti, che quest’anno saranno chiamati anche a presentare comunicazioni sulle loro ricerche. Dobbiamo dire che la risposta di pubblico è stata notevole sin dall’inizio, considerando il buon livello di preparazione dei candidati e la specificità del tema. Lo scorso anno abbiamo avuto circa 50 domande e oltre 40 partecipanti. Quest’anno sono state presentate oltre 60 domande”.

Le lezioni si rivolgono sia ad umanisti che a scienziati?

“Assolutamente sì. Questa è una delle caratteristiche principali della scuola. Ci proponiamo il superamento dell’anacronistica divisione tra cultura umanistica e cultura scientifica. Del resto, alcune delle più fertili tradizioni di ricerca sono nate dall’incontro tra modelli teorici delle scienze umane e paradigmi e programmi di indagine delle scienze naturali, si pensi per esempio alla nascita della teoria dell’evoluzione di Darwin”.

La natura della spiegazione biologica, argomento di quest’edizione, è un problema controverso nelle scienze della vita?

“È allo stesso tempo un problema e un processo ancora da esplicitare. Le controversie ruotano soprattutto intorno alla natura dei modelli causali e all’applicazione dei modelli esplicativi dei fenomeni biologici. Questioni ovviamente legate l’una all’altra. Si discute per esempio se esista e quale sia eventualmente la specificità della spiegazione in biologia rispetto alle altre scienze naturali. I modelli causali nelle scienze della vita devono infatti tenere sempre presente la natura storica e processuale intrinseca ai fenomeni biologici, il fatto che esistono cause remote operanti sul tempo lungo dell’evoluzione, plasmate dal caso e dalla selezione e codificate nel genoma. Altro tema controverso è quello del metodo. La complessità degli esseri viventi può essere dipanata da un approccio riduzionistico, o è descrivibile razionalmente soltanto da un modello di spiegazione di tipo organicistico o integrazionistico? È possibile, in sostanza, spiegare i fenomeni della vita con la loro riduzione ai processi molecolari o è necessario comprendere la loro natura sistemica e mettere a punto strutture esplicative in grado di dar conto della natura emergente dei fatti biologici? In questo caso, poi, ognuno dei metodi di indagine porta con sé ulteriori problemi teorici, dovuti a limiti epistemologici intrinseci. Fortunatamente, la comprensione più recente dei processi biologici sta portando alla luce meccanismi in grado di spiegare quegli aspetti sistemici prima difficilmente riconducibili a termini fisico-chimici, si pensi per esempio alle potenzialità esplicative della genomica e della biologia molecolare dello sviluppo. Attualmente, il tema principale per la filosofia delle scienze biomediche sembra essere quello di mettere a punto una nuova logica capace di rendere coerente l’enorme massa di acquisizioni provenienti dalla biologia molecolare e dal sequenziamento del genoma. Una logica in grado di integrare questo tipo di spiegazioni con i metodi e le interpretazioni propri dell’evoluzionismo, come il punto di vista di popolazione e la narrazione storica”.

Qual è la rilevanza culturale di argomenti come questo?
“Innanzitutto è molto utile per la ricerca di base: una migliore consapevolezza dei modelli e dei metodi impiegati può portare i ricercatori a individuarne le debolezze e a migliorarli. Inoltre l’indagine e il confronto sui temi della spiegazione può avere una funzione euristica, cioè favorire la messa a punto di modelli esplicativi nuovi e più potenti. La riflessione epistemologica può inoltre stimolare la revisione dei percorsi formativi nelle scienze biomediche, favorendo un’educazione dei medici e dei ricercatori in biologia più aperta e critica e quindi con capacità scientifiche migliori”.

Quali iniziative state preparando per il futuro?

“Stiamo già lavorando alla terza edizione della scuola. Il prossimo anno le nostre attività dovrebbero rientrare all’interno dei corsi di Laurea specialistici in Filosofia della scienza dell’Università di Cassino e di Roma Tre. Intendiamo potenziare la scuola separando le sezioni di storia e di filosofia ed espandendo le attività verso la biomedicina e i temi della bioetica. Infine vorremmo trasformarci in una struttura di ricerca stabile come un centro di studio interuniversitario. Ci stiamo adoperando per individuare le operazioni, le procedure e i fondi per realizzare questa impresa”.

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