Categorie: Ambiente

La Concordia tre anni dopo il disastro

13 gennaio 2012 – 13 gennaio 2015. Sono passati tre anni dal disastroso inchino che portò il gigante della Costa Concordia ad adagiarsi davanti all’isola del Giglio causando la morte di 32 persone (i resti dell’ultima vittima sono stati ritrovati appena lo scorso novembre). La nave spiaggiata che per oltre due anni e mezzo ha cambiato il panorama del Giglio – che si appresta oggi a ricordare il tragico naufragio, con la celebrazione prima della messa poi la fiaccolata in processione e tufata delle sirene all’ora dell’incidente, 21:45 – è ormai in fase di smantellamento. Anche il processo a Francesco Schettino, comandante della Concordia e principale imputato del disastro, si avvia alle fasi finali, malgrado il rinvio appena deciso delle prossime due udienze per indisponibilità di uno dei giudici.

Se quindi non è possibile dichiarare conclusa la vicenda, almeno dal punto di vista giudiziario, molto è stato fatto dal punto di vista logistico per rimuovere il relitto dall’isola del Giglio ed avviarlo allo smantellamento, con un’operazione titanica di recupero e rimozione della nave.

Dopo il raddrizzamento in posizione verticale, con l’adagiamento su un falso fondale costruito appositamente, e la stabilizzazione del relitto, la Costa Concordia lo scorso 14 luglio ha cominciato le operazioni di rigalleggiamento, propedeutiche al traino versoGenova, realizzate attraverso la ciambella di cassoni montati intorno al relitto. I cassoni, inizialmente riempiti d’acqua, sono stati parzialmente svuotati fornendo così la spinta necessaria al rigalleggiamento, come previsto dal Parbuckling Project, il grandioso progetto di rimozione della Costa Concordia. Il 23 luglio 2014 la nave riemersa ha cominciato il suo ultimo viaggio (a rimorchio), diretta verso la Liguria, dove sarebbe arrivata percorrendo 370 km e dopo 4 giorni di navigazione che hanno tenuto tutti col fiato sospeso.

Da allora, quasi cinque mesi fa, infatti i resti del relitto si trovano al porto di Genova Voltri, dove sono state avviate le operazioni di smantellamento e riciclo della nave. Operazioni di cui la prima fase sarebbe ormai alla conclusione, come ha fatto sapereanche il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando: “Proseguono nel bacino portuale di Prà-Voltri i lavori di svuotamento e alleggerimento della nave. Proseguiranno fino a marzo, quando, grazie al minor pescaggio, potrà essere trasferita nell’area delle riparazioni navali, prima nello specchio acqueo del superbacino e poi nel bacino numero 4. Lo smantellamento dovrebbe terminare a metà del 2016”. Come da programma infatti, le fasi di demolizione e riciclo – gestite dal consorzio Saipem e San Giorgio del Porto, per una commessa da circa 100 milioni di euro – dureranno poco meno di due anni (22 mesi circa).

Nella prima fase delle quattro previste dello smantellamento della nave, le operazioni si sono concentrate come ha ricordato Burlando sull’alleggerimento dello scafo, tramite rimozione degli arredi interni e degli allestimenti dei ponti esterni. In questo modo la parte della nave che rimane sommersa (pescaggio) viene ridotta, permettendone così il trasferimento nella zona delle riparazioni navali, dove proseguirà lo smantellamento delle strutture dei ponti. Seguirà quindi la rimozione dei cassoni, la pulizia delle cambuse e delle cellule frigo e il trasferimento al Bacino di Caneraggio n°4 per la fase finale dello smantellamento (come la rimozione degli allestimenti interni) e il recupero di eventuali materiali.

Via: Wired.it

Credits immagine: Michele Cannone/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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