La culla dei virus

Alcuni dei ceppi più comuni dell’influenza stagionale (il tipo A/H3N2) si diffondono secondo schemi ciclici, originandosi dai paesi tropicali, subtropicali e temperati dell’Est e del Sud-Est asiatico per poi propagarsi nel resto del mondo. La scoperta – illustrata nell’ultimo numero di Science – è stata fatta dagli scienziati dell’Università di Cambridge e, rendendo più prevedibile l’evoluzione del virus, potrebbe rilevarsi utile per mettere a punto nuovi vaccini.

Ogni anno le epidemie influenzali colpiscono dal 5 al 15 per cento della popolazione del pianeta. Secondo l’Oms sono 3-5 milioni le persone che si ammalano gravemente, e tra 250 e 500 mila le vittime. Ancora, in 300 milioni ricorrono al vaccino. L’evoluzione molto rapida dei virus rappresenta una delle sfide principali nella preparazione di una terapia immunitaria efficace e, a tale scopo, una commissione dell’Oms seleziona i ceppi più pericolosi per predisporre le strategie preventive in vista dell’arrivo di ogni periodo influenzale. Particolarmente misteriose sono però le dinamiche di circolazione del virus: un punto sul quale la scienza fino ad ora ha avanzato ipotesi diverse (dal loro spostamento tra l’emisfero Nord e Sud col ciclo stagionale, alla loro origine tropicale, alla migrazione dalla Cina) e tutte attendibili.

I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno analizzato, così, circa 13mila campioni di virus dell’influenza A/H3N2 registrati in tutto il mondo dall’Oms tra il 2002 e il 2007, riuscendo a evidenziare le dinamiche di alcuni ceppi stagionali. Secondo i dati, i sottotipi dell’influenza emergono in Oriente e nel Sud-Est asiatico per raggiungere l’Europa e il Nord America dopo nove mesi, e tendenzialmente morire dopo essersi spostati nell’America del Sud. Per ragioni ancora sconosciute le epidemie si verificano solitamente durante i mesi invernali nelle regioni temperate degli emisferi settentrionale e meridionale, e nei paesi tropicali spesso coincidono con la stagione piovosa.

La variazione dei periodi di pioggia nelle diverse aree dell’Est e del Sud-Est dell’Asia e la sovrapposizione di questi con le epidemie invernali delle zone temperate della regione danno la possibilità al virus dell’influenza di continuare a circolare per tutto l’anno nel continente intorno agli epicentri d’origine e, contemporaneamente, di propagarsi nel resto del mondo. Secondo gli autori è questo tipo di circolazione periodica che rende l’Asia dell’Est e del Sud-Est la culla dell’influenza. (l.s.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here