Categorie: Società

Catalhöyük, la guerra dipinta della preistoria?

Scene dall’immaginario preistorico ci arrivano dall’Anatolia. Nella città neolitica di Catalhöyük, uno dei primi insediamenti urbani sorti nella mezzaluna fertile circa novemila anni fa, la spedizione archeologica guidata da Ian Holder dell’università di Cambridge ha portato alla luce una serie di sculture e di affreschi dai toni inquietanti. Rappresentano teste mozzate, animali che si cibano di corpi decapitati, seni di donne in argilla decorati con denti di tigre e zanne di cinghiale.

Ogni pezzo d’arte preistorica portato alla luce dagli archeologi in ogni angolo della terra dà origine a una ridda di speculazioni sul significato dei soggetti e sul senso generale dell’espressione artistica in quella fase della vicenda umana. Il gran guignol dell’altopiano anatolico non ha infranto la tradizione. E gli esperti più gettonati si sono lanciati in interpretazioni varie. La più accreditata è quella di Linda Donley-Reid, che nella vita fa proprio il mestiere di interpretare l’arte preistorica e ha sostenuto l’idea che la gente di Catalhöyük si liberasse, disegnando e scolpendo quelle immagini terrificanti, dello stress e della tensione accumulata a causa della vita urbana, giacché la città turca è uno dei primi insediamenti cittadini conosciuti.

Vero? Falso? Chissà. Il rito dell’interpretazione, spesso basata più sul sentire dei nostri giorni (questi sì esasperati dalla vita di città e desiderosi di bucolici ritorni al rurale) che sule oggettive evidenze è un teatrino cui difficilmente si riuscirà a ovviare. Ma archeologi e antropologi hanno un sogno nel cassetto: che si smetta di far provare ai nostri progenitori le sensazioni e i desideri che proviamo noi. E l’arte anatolica? Non si saprà mai di sicuro a cosa corrispondesse. Certo è che un’analisi forse meno avvincente, ma più terra terra ci indica che proprio in quel periodo storico l’uomo conosceva un fenomeno del tutto inedito: la guerra. Chissà che con quelle immagini gli artisti di Catalhöyük non intendessero proprio raccontare questa, sconvolgente, novità.

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