La lunga marcia degli archeologi

Camminando attraverso città, campagne e colline nella regione della provincia di Shandong, un’équipe sino-americana di archeologi ha  scovato resti di pozzi, di abitazioni, di oggetti di artigianato e di discariche che possono facilitare l’individuazione dei fattori chiave nell’insediamento e nell’organizzazione regionale durante la tarda preistoria e l’età del Bronzo (2600-1900 a.C.).

Gli studiosi del Field Museum di Chicago e dell’Università di Shandong, anziché procedere attraverso scavi per rimuovere il terreno e raccogliere i materiali che vi sono deposti, collocandoli in una precisa sequenza cronologica, hanno preferito realizzare una ricognizione archeologica di superficie. L’osservazione diretta da una parte ha permesso l’identificazione di resti di oggetti artistici con differenti stili e colori associabili all’epoca preistorica e all’Età del Bronzo, dall’altra ha agevolato l’interpretazione della distribuzione e dell’organizzazione territoriale delle culture umane del passato in questa vasta area.

Dati e risultati delle osservazioni, condotte su oltre 1.500 chilometri quadrati, sono riportati su Journal of Anthropological Archaeology. I  ricercatori statunitensi e cinesi hanno collaborato per 13 anni sottolineando i vantaggi dello scambio di nuovi approcci teorici e metodologici per interpretare lo sviluppo degli insediamenti umani. Le informazioni acquisite sono state analizzate e confrontate con quelle di altri siti del medesimo periodo per individuare i fattori chiave (economici e sociali) dello sviluppo della regione, come l’avvento dell’agricoltura e la densità della popolazione, e per determinare la cronologia e la geografia della frequentazione umana del territorio. (a.s.)

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