La mappa dei centri italiani

Scarsa informatizzazione e poche strutture d’eccellenza: è il ritratto che emerge dal Libro Bianco dell’oncologia, il primo censimento italiano dei centri anti-tumore, promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e realizzato con il contributo della casa farmaceutica Novartis. Secondo il rapporto, solo 9 strutture su 100 possono dirsi centri di eccellenza per le attrezzature a disposizione, 30 su 100 mancano di quelle considerate di base. Solo 45 centri su 280 hanno un archivio informatizzato, 37 hanno un sito Internet, e gran parte dei medici specializzandi devono occuparsi di amministrazione anziché stare in corsia. Troppo pochi anche gli psicologi: solo uno ogni milione di abitanti al sud e 2-3 al centro nord. Aumentano invece i reparti di cure palliative. Le carenze si concentrano particolarmente nel sud Italia, a causa della mancanza di letti, specialisti e infermieri: solo 2 posti letto in day hospital ogni 100mila abitanti, 1 specialista oncologo 2 infermieri professionali. Nel centro nord le possibilità di ricovero salgono a 4 posti letto, con la presenza di 2 oncologi e 5 infermieri, ogni 100mila abitanti. “Il quadro che emerge è poco rassicurante”, ha commentato Francesco Cognetti, presidente nazionale dell’Aiom” ma il censimento non vuol essere un atto di accusa, quanto una critica costruttiva per mettere a punto un’organizzazione ospedaliera all’avanguardia che valorizzi i servizi più efficienti” (n.n.)

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