La lingua parlata da un compositore influenza la musica che scrive. A sostenerlo sono Aniruddh Patel e colleghi dell’Istituto di neuroscienze a La Jolla, California, che hanno creato un software in grado di analizzare la “musicalità” delle lingue, analizzando frasi in inglese e in francese dal punto di vista del tono di ogni vocale e dei salti di tono fra una sillaba e la seguente. I ricercatori hanno ripetuto poi la stessa analisi sulla musica di un compositore britannico e uno francese, Edward Elgar e Claude Debussy. E hanno notato che tanto nella lingua francese parlata quanto nella musica di Debussy gli intervalli risultano molto meno variabili rispetto alle loro controparti inglesi. I ricercatori presenteranno i loro risultati ad una riunione della Società Acustica Americana a San Diego tra il 15 e il 19 novembre. (g.g.)
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