Categorie: Fisica e Matematica

La permanenza del numero

Bruno G. Bara Il sogno della permanenza. L’evoluzione della scrittura e del numeroBollati Boringhieri, 2003 pp.142, euro 24,00Nella prima riga della prefazione l’autore spiega quale è lo scopo del libro: “la tesi fondamentale di questo libro è che la scrittura sia un particolare tipo di comunicazione che ha la caratteristica della permanenza”. Subito dopo si pone il problema di “dare una definizione di comunicazione: userò quella di costruzione comune di significati”. Verrà precisato perché è stato scritto “particolare” prima di “comunicazione”, chiarendo che si tratta di “una comunicazione situata, permanente, con caratteristiche sia linguistiche che extralinguistiche”. Sempre nella prefazione vengono spiegati i significati delle parole situata, permanente e così via con la l’ambizione “di fornire un quadro generale […] al cui interno le diverse soluzioni del problema di come rendere permanente la comunicazione trovino una chiara e sensata relazione”.Risultato del lavoro di diversi ricercatori con cui l’autore ha collaborato, il libro, in particolare il primo capitolo, è una puntigliosa descrizione dei termini che vengono usati. Si direbbe un testo per un corso universitario, ma che forse pecca di leggerezza per i non addetti ai lavori. I capitoli successivi, dopo le premesse e le definizioni, analizzano in modo sintetico come nel corso dei secoli l’umanità abbia cominciato a comunicare con immagini, disegni, sviluppando via via un protolinguaggio che man mano si è andato evolvendo (si parla di millenni) per arrivare ai linguaggi delle grandi civiltà. Dai pittogrammi degli Egizi sino agli alfabeti. Nel tentativo di rendere permanente la comunicazione. Con qua e là osservazioni curiose: “Certamente sia l’amore coniugale sia il legame tra padre e figlio sono collanti potenti, ma la sopravvivenza del gruppo impone una preferenza sociale per la fedeltà: ciò non esclude la possibilità del tradimento, ma come pratica individuale formalmente sanzionata. La situazione cambia solo quando diventano disponibili contraccettivi affidabili: il tema della fedeltà sessuale può essere affrontato in libertà da ciascuna coppia”. E ancora, parlando dei progenitori dell’essere umano contemporaneo: “Si tratta di una versione appena antiquata dell’uomo contemporaneo, sviluppatasi circa 500.000 anni fa, di cui non c’è dubbio che restano in vita numerosi esemplari, magari adattatasi a nicchie particolari dove le loro caratteristiche rappresentano un pregio: il pugile Mike Tyson è un Homo Sapiens arcaico di grande successo”.L’ultima parte del libro è dedicata al numero. Se nell’evoluzione della scrittura il passaggio dalla fase extralinguistica a quella linguistica permanente appare ben motivata, la stessa tesi non sembra molto convincente se applicata alla numerazione romana e greca e poi a quella degli arabi (a base del sistema che ora usiamo in tutto il mondo). Vi era un problema da risolvere per poter effettuare dei calcoli precisi e affidabili. I matematici ci riusciranno con una piccola invenzione che ha sconvolto gli equilibri dell’umanità: con soli 10 simboli si può contare qualsiasi cosa, dando a ognuno un valore di posizione. La matematica è fatta oltre che di simboli di tecniche di calcolo. In generale la comunicazione extralinguistica del libro (le immagini, in gran parte note dalla letteratura) è più efficace di quella linguistica. È un gran bene che i libri che parlano di scienza (della comunicazione) siano curati anche nell’aspetto grafico. Era ora.

Michele Emmer

Professore di matematica alla Sapienza Università di Roma, si occupa di superfici minime e di calcolo delle variazioni, di computer graphics, dei rapporti tra matematica e arte, tra matematica e cultura, di film, di mostre.Ha realizzato 18 film della serie “Arte e matematica”. Organizza da 16 anni il convegno “Matematica e cultura” a Venezia, è editor delle serie Springer “Mathematics and Culture” e “The Visual Mind”, MIT Press. Collabora a L’Unità, Sapere, Alfabeta2, La Stampa, Il Manifesto. Ultimi libri: "Numeri immaginari: cinema e matematica” (Bollati Boringhieri 2012). "Imagine Math 2" (Springer 2013)

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