“Controlliamo la pressione: mi dia le braccia”, dice il dottore. Tutte e due le braccia, e non un solo arto, come di solito avviene, sono infatti fondamentali per ottenere una visione più realistica, accurata e completa della pressione arteriosa dei pazienti. Motivo per cui, secondo uno studio pubblicato su The American Journal of Medicine,le misurazioni andrebbero fatte su entrambe le braccia. Anche perché, avvertono gli esperti, c’è un’associazione tra le differenze di pressione sistolica tra i due arti e un aumentato rischio di eventi cardiovascolari.
Si parla di differenze di pressione tra le due braccia quando le due letture si discostano di almeno 10 mmHg su uno sfigmomanometro. Nello studio su The American Journal of Medicine, gli scienziati, che hanno analizzato l’andamento dei valori di pressione arteriosa nel tempo su 3390 pazienti quarantenni (senza malattie cardiovascolari all’inzio), hanno osservato che le persone con differenze di misurazioni più alte tra le due braccia erano anche quelle a più alto rischio di incorrere incidenti cardiovascolari. I ricercatori hanno anche scoperto che i partecipanti allo studio con differenze di pressione maggiore erano quelli più grandi, con alta prevalenza di diabate, e alti valori di pressione e colesterolo.
“Differenze anche modeste nei valori di pressione arteriosa sistolica misurati clinicamente negli arti superiori riflettono un aumento del rischio cardiovascolare “, spiega Ido Weinberg del Massachusetts General Hospital di Boston e primo autore del paper: “Questo studio supporta il potenziale valore di identificare nella differenza di pressione sistolica sanguigna tra le due braccia un semplice indicatore clinico di aumentato rischio cardiovascolare“.
Riferimenti: The American Journal of Medicine doi:10.1016/j.amjmed.2013.10.027
Credits immagine: ML5 via Wikipedia
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