La prevenzione inizia nell’utero

L’asma è una questione di geni. Per prevenirlo, dunque, bisogna intervenire già nell’utero materno. E’ questo il nuovo campo di ricerca che tiene impegnati gli esperti presenti oggi alla conferenza stampa svoltasi all’ospedale San Raffaele di Roma. Secondo gli studi condotti, infatti, a livello fetale si realizza una sorta di ‘programmazione’ che predispone alla comparsa del difetto respiratorio: esposti a determinati fattori ambientali alcuni geni vengono soppressi mentre altri, in questo caso quelli ad attività pro-asmatica, vengono attivati. Se entrambi i genitori sono asmatici, il figlio avrà una probabilità del 70 per cento di sviluppare l’asma. Se solo uno dei due è asmatico, la probabilità scende al 40 per cento. “Un numero crescente di studi ha messo in evidenza come l’interazione tra madre e feto rivesta un ruolo particolare nella successiva comparsa dell’asma”, spiega Maurizio Vignola, dell’Istituto di Medicina Generale e Pneumologia dell’Università degli Studi di Palermo, responsabile italiano del progetto mondiale per l’asma, “L’individuazione di questi meccanismi dovrebbe portare entro quattro o cinque anni a intervenire su questa programmazione in utero per sviluppare una reale prevenzione primaria della malattia”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha indetto per domani la giornata mondiale dell’asma, entro il 2020 l’asma, insieme alle altre malattie respiratorie, sarà la terza causa di morte nel mondo. Oggi sono quasi 150 milioni gli asmatici nel mondo, cinque dei quali solo in Italia. Ogni anno ne muoiono 180 mila, di questi 1500 nel nostro paese. L’aumentata incidenza della malattia, soprattutto tra i bambini, sembra dovuta in gran parte allo stile di vita occidentale. “I ricercatori italiani”, aggiunge Walter Canonica, direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Genova, “studieranno in particolare i meccanismi alla base dell’infiammazione tipica dell’asma ma si concentreranno anche su altri aspetti, quali la nutrizione, la sensibilizzazione agli allergeni e i fattori ambientali, soprattutto inquinamento, interno ed esterno, e fumo di sigaretta”. (r.p.)

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