Categorie: Spazio

La primavera è in anticipo di un giorno

A scuola ci hanno sempre insegnato che il 21 marzo è il primo giorno di primavera. Bene, possiamo dire che si tratta di una affermazione corretta solo nel 36% dei casi. Almeno durante l’ultimo secolo. Come spiega Space.com, l’inizio della bella stagione quest’anno arriva con un giorno d’anticipo. L’equinozio infatti cade il 20 marzo: tutto merito di calendari distorti e orbite incostanti. 

C’è a chi basta guardare fuori dalla finestra per accorgersi che la primavera sta scoppiando, ma gli astronomi non si accontentano di qualche semplice albero in fiore. L’inizio della bella stagione coincide infatti con l’equinozio, quando la durata del giorno e della notte si equivalgono. In termini astronomici, è il giorno in cui il Sole si trova perpendicolare all’equatore terrestre. 

La vera difficoltà sta nel calcolare con precisione il giorno in cui cade l’equinozio. Infatti l’orbita ellittica che la Terra compie intorno al Sole cambia spesso il suo angolo di orientamento rispetto alla nostra stella. Proprio come un piatto che si inclina, esponendosi ai raggi solari in modo sempre diverso. Per giunta, il calendario Gregoriano con i suoi anni bisestili crea ancora più confusione. 

Come se non bastasse, ogni punto del globo ha il suo personalissimo equinozio. Secondo i calcoli dello US Naval Observatory, quest’anno per esempio a New York il giorno e la notte di 12 ore esatte sono caduti addirittura il 17 marzo. Infatti, per calcolare il momento esatto di alba e tramonto bisogna tenere in considerazione che l’orizzonte e l’atmosfera terrestre distorcono la nostra percezione della reale posizione del Sole. 

Insomma, la primavera non è mai stata così complicata. E pensare che in Europa l’ultimo equinozio datato 21 marzo ha avuto luogo nel 2007. D’ora in poi, ci aspetta una lunga serie di primavere targate 20 marzo. Almeno fino all’anno 2102. Segnatevelo sul calendario.

via wired.it 

Credit immagine a Pictoscribe – Home again / Flickr

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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