Categorie: Società

La risposta europea all’H5N1

L’aviaria minaccia l’Europa. Sbarcato in Turchia, il virus H5N1 si sta lentamente diffondendo nel resto del continente. Eppure Matt Conway, portavoce del Dipartimento per l’ambiente, il cibo e gli affari rurali del Governo Britannico (Defra), assicura che le sporadiche manifestazioni del virus in Europa non sono la prova che il virus abbia attecchito, e attecchirà stabilmente, in tutto il continente. Gli scienziati comunque restano prudenti. Non escludono la possibilità che il virus possa diventare endemico, ma raccomandano di cambiare i metodi di coltivazione del pollame. Finora sono state prese contromisure rapide contro i casi sospetti. In Francia è stato rilevato un caso di un’anatra selvaggia a Lione, e sono state individuate tre zone a rischio in cui vaccinare il pollame. In Germania 81 uccelli sono stati trovati positivi al virus, e si registrano casi nell’area del Mar Baltico, in Bulgaria, in Romania, in Grecia, in Austria, e nella zona europea della Russia. Le misure precauzionali e una attenta comunicazione dei rischi reali dovrebbero contribuire a impedire un’epidemia in pollame domestico, ma servono a poco contro i contagi degli uccelli selvaggi. Secondo gli esperti, H5N1 può sopravvivere nei laghi ghiacciati europei, ed essere potenzialmente contagioso per tutti gli esemplari migratori, anche perché finora si è manifestato in una vasta gamma di specie volatili. Nei prossimi giorni la Commissione Europea dovrà decidere sull’opportunità di un vaccino per i pollami molto costoso e di difficile gestione. Senza contare le incognite delle infezioni di lunga durata in Asia, denunciate dalla Fao, soprattutto per i piccoli coltivatori che gestiscono da soli un’enorme quantità di pollame a rischio infezione. (a.c.)

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