Categorie: SocietàVita

La rivoluzione sul sellino

Haifaa Al Mansour
La bicicletta verde (Wadjda)
Arabia Saudita/Germania 2012, 97 min.

Una bambina, una bicicletta e il desiderio di parità in una società fortemente tradizionalista. Sono questi gli ingredienti del film “La bicicletta verde” della regista saudita Haifaa Al Mansour, che uscirà nelle sale cinematografiche il 6 dicembre con il patrocinio di Amnesty International. Si tratta della storia di Wadjda, 10 anni, che vive alla periferia di Riad, capitale dell’Arabia Saudita. Dopo una lite con l’amico Abdullah, un ragazzino del quartiere con cui non avrebbe il permesso di giocare, Wadjda mette gli occhi su una bellissima bicicletta verde, in vendita nel negozio vicino casa e la vuole a tutti i costi per battere l’amico in una gara. Ma la bambina dovrà scontrarsi con le paure della madre, che teme le possibili ripercussioni da parte di una società che considera le biciclette un pericolo per la virtù delle ragazzine. Il film racconta gli ostacoli che Wadjda deve superare per soddisfare il suo sogno e nello stesso tempo offre uno spaccato della condizione femminile nella rigida società saudita, che vieta tra le altre cose alle donne di mettersi al volante e muoversi liberamente.

Nel 1990, 40 donne salirono in auto e guidarono lungo una delle strade principali della capitale Riad per sfidare la tradizione che imponeva loro di non guidare. Furono fermate, alcune di loro persero il lavoro e la loro azione venne per anni stigmatizzata nei sermoni religiosi e nei circoli sociali. L’anno successivo il Gran Muftì, la massima autorità religiosa del paese, emise un editto contro le donne al volante, seguito da un provvedimento formale adottato dal Ministero degli Interni che vietava alle donne di guidare da sole. Tutt’oggi, sebbene il re Abdullah abbia annunciato che dal 2015 la popolazione femminile avrà il diritto di votare e candidarsi alle elezioni municipali, per le donne resta il divieto di viaggiare, avere un lavoro retribuito, accedere all’istruzione superiore o sposarsi senza l’autorizzazione di un uomo che abbia la potestà su di loro.

Per questo Amnesty sostiene le donne dei paesi del Medio Oriente nella loro battaglia per la conquista dei diritti e intende portare a conoscenza dei più giovani della loro difficile situazione: “Portando nelle scuole la storia di Wadjda si mettono ragazzi e ragazze nella condizione non solo di conoscere e comprendere aspetti poco noti di un paese ormai a noi molto vicino, ma anche di poter contribuire consapevolmente e fattivamente alla costruzione di una cultura universale dei diritti delle donne in Arabia Saudita e nel mondo”, spiega l’associazione.

Per maggiori informazioni e per conoscere le modalità dell’iniziativa promossa in occasione dell’uscita del film da ACADEMYTWO, “Al cinema in bicicletta”, visita i siti www.amnesty.it/educazione,  www.amnesty.it/La-bicicletta-verde o chiama lo 800931105.

Roberta Pizzolante

Giornalista pubblicista dal 2005, è laureata in Sociologia e ha un master in "Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali" conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo dal 2001, dove si occupa di ambiente, energia, diritti umani e questioni di rilevanza etica e sociale. Per Sapere, bimestrale di scienza, si occupa dell'editing e della ricerca iconografica. Nel corso negli anni ha svolto vari corsi di formazione e stage nell'ambito della comunicazione (Internazionale, Associated Press, ufficio stampa della Sapienza di Roma, Wwf Italia). Ha scritto per diverse testate tra cui L'espresso, Le Scienze, Mente&Cervello, Repubblica.it, La Macchina del Tempo, Ricerca e Futuro (Cnr), Campus Web, Liberazione, Il Mattino di Padova. Dal 2007 al 2009 ha curato l'agenda degli appuntamenti per il settimanale Vita non Profit.

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