La spia che preannuncia l’infarto

Ricercatori italiani dell’Università di Perugia sono riusciti per la prima volta a individuare una spia diagnostica molto precoce dell’aterosclesrosi. Lo studio, i cui risultati sono stati annunciato al XX congresso nazionale della Sisa (Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi), dimostra che la presenza nel sangue di alcune microparticelle indica precocemente la possibilità di una persona di andare incontro a infarti o ictus.

La ricerca ha coinvolto 50 soggetti con elevati livelli di colesterolo e 50 soggetti sani di controllo. In entrambi i gruppi è stata misurata la concentrazione nel sangue di molecole solitamente situate sulle cellule di rivestimento dei vasi. “Questa tappezzeria delle pareti arteriose, apparentemente innocua”, ha spiegato Elmo Mannarino, presidente Sisa che ha guidato l’équipe di ricerca, “è in realtà un vero e proprio organo ormonale, capace di regolare la funzione e il benessere dei vasi sanguigni”.

In caso di danno cellulare, le particelle presenti su questo strato di cellule possono essere rilasciate precocemente nel sangue. E ora, per la prima volta, tramite un test di laboratorio, possono essere misurate. “La concentrazione delle microparticelle è direttamente proporzionale al rischio vascolare”, ha precisato Mannarino. “Si potrà quindi conoscere con largo anticipo la tendenza di una persona ad ammalarsi di problemi cardiovascolari, riuscendo a intervenire con farmaci adeguati e consigli per modificare gli stili di vita”.

Finora, le pratiche diagnostiche, come la valutazione ecografia delle grandi arterie, erano solo in grado di dimostrare un danno vascolare già in atto. (c.o.)

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