La spinta della ricerca di base

Anche se ci si ammala di più, si muore di meno. Il miglioramento generale delle condizioni e l’allungarsi della speranza di vita media fa sì che il rischio di tumori dovuto all’età cresca sì, ma con una sensibile diminuzione dei decessi. Per molte patologie i progressi terapeutici sono stati addirittura tali da diminuire sensibilmente sia i nuovi casi, sia la loro gravità. Sono le buone notizie che vengono dalla Conferenza europea sul Cancro svoltasi a Copenaghen dal 21 al 25 settembre scorsi che ha visto riuniti più di 10.000 tra oncologi medici, ricercatori e infermieri organizzata dalla Federation of European Cancer Societies. Il successo delle terapie si deve alla ricerca di base, alla scoperta dei meccanismi che regolano la vita cellulare e il patrimonio genetico. Svelando così meccanismi che possono essere potenzialmente utili per combattere i processi cellulari che portano alla formazione dei tumori. Tra le novità in questo campo di cui si è discusso in Danimarca vi è un sistema antichissimo, ma scoperto da poco, per combattere i geni “cattivi”. Si tratta di un metodo di ‘pulizia’ antivirale del codice genetico che opera dentro l’essere umano. Il Dna é come un software che programma la vita e regola la salute. Come i moderni computer, viene continuamente attaccato da invasori esterni, che agiscono come virus informatici. Le ditte di software aggiornano continuamente i loro antivirus per metterli in grado di combattere i nuovi invasori. Molto spesso però arrivano in ritardo quando già molte informazioni sono perse, e i giornali ci informano di qualche disastro. Ovviamente il codice genetico non poteva permettersi certe distrazioni e ha dovuto organizzarsi ancestralmente in modo previdente, progettando un antivirus universale ed ‘eterno’. E’ stato evidenziato da pochi anni grazie a studi condotti su un verme, il Ceanorhabditis elegans, e si chiama Rna d’interferenza.Gli Rna d’interferenza o ‘’small interfering Rna’’ (siRna) sono dei piccoli frammenti di circa 20 nucleotidi a doppia spirale, in grado di inibire l’espressione dei geni assalendo le molecole chiamate “Rna messaggeri”, ovvero gli acidi nucleici che, come dice il nome, trasmettono il messaggio dei geni dal nucleo al citoplasma per sintetizzare le proteine. A differenza del Dna, che è una molecola a doppia elica, l’Rna è normalmente a elica singola. Gli ‘’Rna Interferenti’’ sono invece pezzetti di acido ribonucleico a doppia elica esistenti in natura: i brevi filamenti incontrano messaggeri, complementari dei geni da ‘combattere’. Li eliminano usando un enzima chiamato ‘dicer’. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature alcuni ricercatori coreani, guidati da Narry Kim (Seoul National University) hanno rivelato l’esistenza di un secondo enzima importante nell’interferenza e lo hanno battezzato Drosha. Sullo stesso numero della rivista internazionale , Ronald Plasterk, Gregory J. Hannon e colleghi del Cold Spring Harbor (Usa) hanno invece identificato l’enzima Tudor-SN, parte di un complesso che ‘mangia’ l’Rna bersaglio. Il meccanismo di questa interferenza attualmente non è completamento chiaro, ma costituisce un potenziale importantissimo, non solo nel campo della ricerca genetica ma anche per la possibilità di controllare efficacemente le malattie; “il principio di interferenza dell’Rna potrebbe essere valido anche nella lotta ai tumori” ha affermato Plasterk, “distruggendo geni trasformati e maligni”.

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