Categorie: Spazio

La Stazione spaziale resterà disabitata

Tutti giù per Terra. Dalla metà del prossimo novembre, i corridoi della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) potrebbero rimanere completamente deserti. Lo ha dichiarato ieri la Nasa, a quasi una settimana dal fallimento del lancio del cargo Progress 44, che doveva portare tre tonnellate di viveri e pezzi di ricambio agli astronauti della Iss. Ma Progress – proprio il primo volo russo dopo il pensionamento dello Shuttleè precipitato dopo solo 320 secondi di volo. Il problema, stando a quanto ha riportato l’agenzia spaziale russa Roscosmos, è dovuto al terzo stadio del vettore, che non si è staccato dal cargo. Il guasto, però, ancora non è stato ancora stabilito. E non è un problema da poco, perché il vettore dei Progress è praticamente identico a quello delle navicelle Soyuz che trasportano gli astronauti. Ovviamente, né la Nasa né la Roscosmos se la sentono far partire qualcuno prima di aver capito cos’è successo. Morale: la data della prossima spedizione non può essere stabilita.

D’altra parte, prolungare il periodo di permanenza dell’equipaggio attualmente sulla Iss non è possibile. Le navicelle russe, infatti, possono rimanere nello spazio solo per 200 giorni, e le due agenzie spaziali devono far rientrare i propri astronauti prima che le Soyuz siano fuori garanzia.

Per Soyuz TMA-21, partito il 4 aprile, il tempo limite è fissato per la fine di ottobre, ma dovrebbe comunque rientrare per metà settembre con tre astronauti. Soyuz TMA-02M, invece, è entrato in orbita lo scorso 7 giugno e potrebbe quindi tornare a fine gennaio. Ma è molto improbabile che si aspetti così a lungo. Le capsule russe, infatti, paracadutano da qualche parte nelle steppe del Kazakhstan ed è impossibile definire in anticipo e con esattezza dove. Ecco perché sarebbe bene che il rientro degli astronauti avvenga di giorno, per agevolarne la localizzazione, e quando le temperature non sono troppo rigide. Ma dal 19 novembre a fine dicembre l’allineamento tra Terra, Sole e ISS renderebbe impossibile un rientro diurno, mentre a gennaio le temperature delle steppe kazake sono così rigide da rappresentare un problema per astronauti e soccorritori.

Ecco come esce fuori la data di metà novembre indicata durante una conferenza stampa da Mike Suffredini, responsabile Iss per la Nasa. Niente paura, comunque, ha rassicurato il portavoce, perché la Iss dovrebbe continuare a funzionare grazie a sistemi automatici di bordo e centri di controllo da Terra. Anche se, come ammette lo stesso Suffredini, la presenza di astronauti garantisce un monitoraggio continuo di tutti i dispositivi che non si può avere da qui.

A questo punto, la Roscosmos sta progettando due test senza equipaggio. Sono poi previsti due nuovi lanci a ottobre: il primo ancora per portare viveri alla Iss, il secondo per veicolare satelliti in orbita. Ma la situazione sembra tutt’altro che chiara.

Riferimenti: wired.it

Martina Saporiti

Laureata in biologia con una tesi sui primati, oggi scrive di scienza e cura uffici stampa. Ha lavorato come free lance per diverse testate - tra cui Le scienze, Il Messaggero, La Stampa - e si occupa di comunicazione collaborando con società ed enti pubblici come l’Accademia dei Lincei.

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