Non sappiamo ancora con certezza se il virus Zika causa realmente la microcefalia (anche se le prove ormai sono sempre più schiaccianti), né come realizzare un vaccino o contrastarne la diffusione. Da oggi però gli scienziati hanno un arma in più: unamappa 3D del virus precisa praticamente fino a livello atomico, che svela informazioni preziose sulle caratteristiche di questo patogeno, e aiuterà a comprenderne i meccanismi di azione, e a sviluppare nuove terapie. A realizzarla è stato un team di ricercatori della Purdue University, in uno studio pubblicato su Science.
La mappa è stata realizzata analizzando una particella del virus con una tecnologia definita cryo-electron microscropy, tecnica che consiste nel congelare il virus per poi bombardarlo con raggio di elettroni ad alta energia. In questo modo è possibile ottenere decine di migliaia di immagini bidimensionali del virus che vengono poi ricomposte da un algoritmo per produrne una rappresentazione tridimensionale.
Grazie alla mappa, i ricercatori americani hanno potuto confrontare la struttura del virus Zika con quella di altri patogeni simili, come il virus dengue e il gruppo dei flavivirus, di cui fanno parte ad esempio il virus del Nilo occidentale e l’epatite C virale. Da queste analisi sono emerse una lunga serie di somiglianze, ma anche un’importante differenza: una proteina presente unicamente sulla membrana del virus Zika, che secondo gli autori dello studio potrebbe spiegare la capacità del virus di colpire le cellule del sistema nervoso, e la sua associazione con la sindrome di Guillian-Barré.
Le nuove informazioni potrebbero aiutare inoltre a sviluppare una nuova classe di terapie: anticorpi o antivirali capaci di interferire con il funzionamento della proteina, e vaccini in grado di prevenire l’infezione. Altra possibilità importante aperta dalla ricerca è inoltre quella di utilizzare le informazioni raccolte per realizzare un test diagnostico con cui distinguere velocemente l’infezione da virus Zika da quella da dengue. Uno strumento indispensabile per alcune regioni in cui attualmente sono diffusi entrambi i virus.
Via: Wired.it
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