Al contrario degli uomini, gli alligatori possono combattere funghi, virus e batteri senza che l’organismo sia stato precedentemente esposto a questi microrganismi. Lo hanno dimostrato i ricercatori della McNeese State University e della Louisiana State University che hanno raccolto il sangue dagli alligatori e analizzato i globuli bianchi, le cellule deputate alla difesa immunitaria.
Secondo i risultati dello studio, presentati al Congresso dell’American Chemical Society in corso a New Orleans (Usa), da queste cellule è possibile estrarre una sostanza proteica che presenta una elevata attività antibatterica. È possibile che questa caratteristica sia dovuta a un meccanismo di adattamento che porta a una più rapida cicatrizzazione delle lesioni, dal momento che gli alligatori si feriscono frequentemente durante le lotte per la conquista del territorio.
L’estratto proteico è stato testato su diversi tipi di batteri, tra cui anche microbi particolarmente resistenti ad antibiotici già in uso come lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, molto diffuso. I risultati sono promettenti, visto la buona attività anche su sei degli otto ceppi di Candida albicans su cui è stato testato. Il prossimo passo sarà identificare le strutture chimiche delle proteine e individuare quali siano le più efficaci. Secondo i ricercatori, i globuli bianchi degli alligatori potrebbero contenere almeno quattro sostanze promettenti e, una volta capite, si può cominciare a pensare ai nuovi farmaci antibiotici. (s.m.)
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