Categorie: Società

L’antica officina di Gerusalemme

Gerusalemme non smette di stupire. Nei giorni scorsi un bulldozer che effettuava alcuni scavi su una strada nei pressi delle mura della città vecchia è improvvisamente caduto in una buca profonda. La meraviglia degli operai è stata grande: a provocare l’incidente non era stata una semplice falla nel terreno, ma l’entrata della più vasta fabbrica antica di vasellame mai scoperta in Israele. Così, anche se per puro caso, un nuovo e importante tassello dell’affascinante storia di Gerusalemme si è aggiunto al complicato puzzle della Città Santa.

La fabbrica, che si trova a una profondità di circa cinque metri, è formata da un gruppo di caverne che si estendono su uno spazio di circa mezzo ettaro. Lì, duemila anni fa, gli operai incidevano nella pietra tazze, piatti e brocche per il vino, usati dai sacerdoti nei rituali religiosi nel vicino Tempio ebraico.

Secondo gli archeologi israeliani coordinati da Jon Seligman, che si sono precipitati immediatamente sul sito, la scoperta sarebbe la prova fisica dell’applicazione della “Legge sul rituale della purezza”, descritto nella Bibbia. La roccia, infatti, che era ritenuta pura, poteva essere usata nel Tempio senza l’obbligo di sottoporla agli speciali rituali di purificazione. E diversamente dal vetro e dalla ceramica, ritenuti invece materiali impuri, la pietra si manteneva incontaminata anche se entrava in contatto con cadaveri o donne durante il ciclo mestruale, ritenuti impuri. Secondo Seligman, inoltre, le ciotole, i piatti e gli altri oggetti trovati nella cava corrisponderebbero alla descrizione dei sacri recipienti che si trovano negli scritti compilati dai rabbini del tempo. E altri oggetti simili ai prodotti della fabbrica sono stati ritrovati alcuni anni fa in un altro sito archeologico di un quartiere ebraico, sempre a Gerusalemme.

La popolarità della pietra fu molto vasta in quell’epoca, tanto che la fabbrica sorge nei pressi del Secondo Tempio. Costruito sulle rovine del Tempio del re Salomone, nel 515 avanti Cristo, il Secondo Tempio fu il centro della religione ebraica fino al 70 dopo Cristo, anno della sua distruzione ad opera dei Romani.

Molte delle stanze della fabbrica riportate alla luce sono riempite quasi fino al soffitto dai resti di piatti e ciotole frantumati e dai resti grezzi delle lavorazioni. E secondo gli archeologi, proprio la presenza cospicua nelle caverne di questi manufatti ancora in lavorazione, potrebbe essere un segno di come la fabbrica venisse abbandonata in fretta dagli ebrei quando, dopo la distruzione del Secondo Tempio, furono cacciati da Gerusalemme dai Romani.

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