Sono sostanze analoghe a quelle presenti nella marijuana e vengono prodotte naturalmente nel cervello. E sono responsabili di un’irrefrenabile desiderio di cibo. Quella che i consumatori di erba descrivono come “fame chimica”. Gli scienziati hanno scoperto che i cannabinoidi endogeni prodotti nel cervello fanno parte di un complesso sistema che controlla quando e quanto mangiare. Essi hanno osservato, infatti, che topi geneticamente modificati in modo tale da non rispondere agli endocannabinoidi mangiano molto meno dei topi normali. Come spiega Vincenzo di Marzo, biochimico dell’Università di Napoli e coautore della ricerca pubblicata su Nature, “già da tempo era noto che la marijuana e altre sostanze simili agiscono su alcuni recettori presenti nel cervello, ma il loro ruolo non era del tutto chiaro”. Adesso il legame tra queste sostanze e lo stimolo della fame è provato. Si tratta di un complesso circuito neurale controllato dalla leptina, un ormone che risponde ai livelli di grasso nel corpo: quando le riserve energetiche sono abbondanti viene prodotta una grande quantità di ormone che, a sua volta, riduce i livelli degli endocannabinoidi e di altre molecole che scatenano la sensazione di fame. E proprio il fatto che molteplici sostanze concorrano in modo indipendente a determinare lo stimolo della fame suggerisce l’inefficacia di singole pillole miracolose per la cura dell’obesità. (v.n.)
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