L’automobile che riconosce le emozioni

    Il traffico dell’ora di punta rende nervosi? Le automobili del futuro potrebbero essere in grado di accorgersene. Un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Losanna (Epfl), in collaborazione con la casa automobilistica Peugeot Citroën, ha infatti sviluppato un dispositivo che permette il rilevamento delle emozioni di chi siede al volante. Lo scopo è creare un’interfaccia in grado di rendere la guida più sicura e confortevole.

    Il nostro volto è in grado di esprimere sette emozioni universali: paura, rabbia, gioia, tristezza, disgusto, sorpresa, incertezza. Esiste già una tecnologia che permette di riconoscerle, ma non era mai stata utilizzata in campo automobilistico, nonostante lo stato emotivo sia uno dei fattori di rischio più importanti quando si parla di sicurezza stradale. L’idea dei ricercatori dell’Epfl, coordinati da Hua Gao e Anil Yüce, è costruire uno strumento che permetta l’individuazione e l’analisi continua del volto del guidatore e di tutte le informazioni che trapelano da esso, dall’umore alla stanchezza.

    Misurare le emozioni all’interno dell’abitacolo di un’automobile non è però semplice. Qualsiasi dispositivo al suo interno, infatti, deve essere il meno invasivo possibile, in modo da non ostruire il campo visivo durante la guida. Gli scienziati hanno risolto il problema installando una telecamera a infrarossi all’interno del volante. Lo strumento è stato poi “addestrato” a riconoscere le espressioni di rabbia e disgusto tramite fotografie e video. Un compito non sempre facile, perché tali emozioni di solito si manifestano in maniera diversa, ad esempio con gesti, espressioni più o meno colorite o sguardo impassibile.

    Il prototipo ha dato buoni risultati in termini di rapidità e precisione. Il passo successivo sarà testare il sistema in situazioni reali e migliorarne le prestazioni, permettendo l’auto-aggiornamento in tempo reale del database e perfezionando l’algoritmo di riconoscimento facciale, in modo che sia efficace anche al buio e con il guidatore in diverse posizioni. “Il nostro scopo è costruire la base tecnologica che permetta di rilevare il volto in ogni momento”, afferma Jean-Philippe Thiran, direttore del laboratorio dell’Epfl che ha condotto la ricerca. “Attraverso di essa, sarà possibile ideare diverse applicazioni di assistenza alla guida, come il tracciamento dello sguardo, il riconoscimento della fatica, la lettura labiale e così via”.

    Credits immagine: PhotoDu.de/Flickr
    Credits video: École Polytechnique Féderale de Lausanne
    Riferimenti: École Polytechnique Féderale de Lausanne

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