Le dieci scoperte del 2000

    Secondo la prestigiosa rivista Science non ci sono dubbi: la scienza ricorderà il 2000 soprattutto per il completamento della lettura del genoma umano. Se fino a un anno fa i ricercatori avevano ultimato la mappatura di un solo organismo multicellulare, il verme Caenorhabditis elegans, in campo genetico il 2000 ha visto successi notevoli. Oltre alle 23 coppie di cromosomi umani, la cui sequenza deve però ancora essere pubblicata, gli scienziati hanno ultimato la lettura del patrimonio genetico del moscerino della frutta e della pianta Arabidopsis thaliana.

    Ma nella lista di Science trovano posto altre nove scoperte, forse meno pubblicizzate, ma ugualmente importanti. È stata ottenuta, per esempio, la prima mappa molecolare del ribosoma, la struttura delle cellule essenziale per la fabbricazione delle proteine. Sempre in ambito cellulare, diversi studi su pazienti che avevano subito trapianti e su topi hanno mostrato che non solo le cellule staminali, ma anche quelle adulte possono cambiare identità e trasformarsi in cellule di tipo diverso. Una scoperta davvero importante perché se sarà possibile controllare questo processo di trasformazione, una delle possibili applicazioni potrebbe essere di trasportare cellule adulte sane in tessuti danneggiati, senza ricorrere necessariamente all’impianto di cellule staminali. Altri studi hanno poi fatto luce sul ruolo dei recettori nucleari degli ormoni in alcune patologie come il diabete, alcuni tipi di cancro e nel metabolismo del colesterolo e la produzione di acidi grassi.

    Tre le scoperte riguardanti lo spazio. Innanzitutto nel corso dell’anno si è fatta sempre più forte la convinzione che nel Sistema solare c’è acqua, in particolare su Marte e su Europa, una delle lune di Giove. Le prove sempre più convincenti arriverebbero dalle immagini della superficie marziana catturate dalla Mars Orbiter Camera e dalla sonda Galileo che ha osservato Europa. Vi è poi la mappa più dettagliata mai realizzata dell’Universo primordiale ottenuta grazie ai dati di Boomerang (Balloon Observation Of Millimetric Extragalactic Radiation ANisotropy and Geophysics), il pallone aerostatico con a bordo un telescopio di 1,20 metri di diametro costruito da scienziati italiani e statunitensi. Infine, c’è Eros, l’asteroide avvicinato dalla sonda Near Shoemaker. Il corpo celeste si trova a circa 160 milioni di chilometri dalla Terra e sembra essere rimasto immutato da quando il Sistema solare si formò per condensazione da una nuvola di polvere e gas. Secondo gli esperti Eros rappresenterebbe quindi una sorta di fossile il cui studio potrebbe rivelare interessanti informazioni sulle origini del Sistema solare.

    Nel campo della chimica la scoperta più importante è quella dei polimeri conduttori, che è valsa il premio Nobel ad Alan J. Heeger, Alan G. McDiarmid e Hideki Shirakawa. Oltre ai polimeri che conducono corrente elettrica come i metalli, i ricercatori hanno sviluppato polimeri semiconduttori che potrebbero sostituire il silicio nei chip elettronici. Novità sorprendenti sono arrivate anche dalla meccanica quantistica. Gli scienziati hanno osservato che all’interno di un anello super conduttore la corrente elettrica può scorrere contemporaneamente in tutte e due le direzioni. La cosa è interessante perché dimostra per la prima volta che anche oggetti macroscopici possono manifestare caratteristiche quantistiche riscontrate finora solo nelle particelle subatomiche.

    La “top ten” di Science si chiude con una scoperta nel campo dell’antropologia: per la prima volta sono stati rinvenuti crani fossili di ominidi fuori dall’Africa. I resti risalgono a circa 1,7 milioni di anni fa e sono stati ritrovati a Dmanisi in Georgia, che potrebbe rappresentare quindi il primo sito di insediamento umano extra africano della storia.

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