Categorie: Società

Le navi di Caligola

Soprintendenza archeologica per il Lazio
Nemi. Il museo delle navi romane
Realtà virtuale tra archeologia e mito
Citec edizioni, 1998

Strana sorte quella delle due grandi navi che Caligola fece costruire sulle sponde del lago di Nemi sui colli Albani. Affondate dopo l’assassinio dell’imperatore, per secoli si è favoleggiato della loro esistenza. Suscitarono persino la curiosità di Leon Battista Alberti, autore del primo degli innumerevoli tentativi di recupero. L’impresa venne finalmente conclusa nel 1932, e per far emergere le due grandi imbarcazioni fu necessario addirittura prosciugare parzialmente il lago. Ma la notte del 31 maggio 1944 il Museo delle navi di Nemi andò a fuoco per mano tedesca. Ora, delle navi resta qualche elemento strutturale e poche decorazioni in metallo.

Nell’attesa che, per l’impegno dell’associazione Dianae Lacus, una delle due navi risorga dalle ceneri (il progetto è descritto nel sito Internet www.virtual-pc.com/orontes), la Soprintendenza archeologica per il Lazio ha voluto ricostruire virtualmente in un Cd-rom sia l’impresa del recupero che il museo stesso con quanto conteneva.

La prima delle cinque sezioni del Cd-rom racconta il mito di Diana per il cui culto le navi erano state costruite, e ripercorre la storia del lago nell’antichità attraverso le numerose testimonianze archeologiche. Curiosa è la sezione dedicata alle leggende tramandate sulle Navi e agli ingegnosi mezzi utilizzati nei secoli per tentare di riportarle alla luce. E’ dedicato molto spazio, dunque, all’impresa del recupero delle navi e all’eco internazionale che questa aveva avuto. Se infatti l’operazione fu un giusto vanto della tecnologia italiana, ancora più meraviglia suscitò la scoperta di trovarsi di fronte agli esempi più rappresentativi mai conosciuti dell’ingegneria navale romana. La visita virtuale al museo e alle navi e un progetto per il museo del futuro completano l’opera. Molto utili sono infine il glossario di termini tecnici e l’esauriente bibliografia.

Grande pregio del Cd-rom sono le numerose e bellissime immagini d’archivio che, supportate da un’elegante veste grafica, consentono – come sottolinea nella presentazione la soprintendente Anna Maria Reggiani – di “risarcire nell’unico modo oggi possibile la memoria e l’immagine di un patrimonio archeologico e di un’impresa senza precedenti”.

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