Il telescopio spaziale Hubble ha catturato le immagini delle stelle più piccole e di conseguenza meno luminose dell’Universo. La ricerca, apparsa su Science, è stata condotta dall’astronomo Harvey Richer della University of British Columbia (Gb), che ha passato al setaccio circa 400 immagini dell’ammasso stellare NGC 6397, un gruppo di centinaia di migliaia di stelle nella costellazione australe di Ara. Le piccole stelle che hanno una massa appena sufficiente a innescare la reazione nucleare che permette loro di brillare, conosciute come nane rosse, bruciano lentamente per miliardi di anni e al termine della loro vita si trasformano in nane brune. Al contrario, le stelle più grandi bruciano più velocemente e si “spengono” in nane bianche, che invecchiando, impiegano un’eternità per raffreddarsi. Malgrado la luce delle nane rosse sia così debole da apparire come quella di una torta di compleanno sulla Luna vista dalla Terra, aiutati dai computer, gli astronomi sono stati in grado di intercettare alcuni di questi corpi celesti. Come predetto dalla teoria, la massa delle più piccole nane rosse è appena l’8,3 per cento quella del nostro Sole, circa 80 volte la massa di Giove. I ricercatori hanno anche osservato antichissime nane bianche che appaiono blu quando sono abbastanza fredde da permettere la formazione delle molecole d’idrogeno nella loro atmosfera. Queste stelle sono “strumenti di precisione” che consentiranno di misurare più accuratamente l’età dell’ammasso stellare, della galassia e del nostro Universo. (t.m.)
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