Categorie: Spazio

Le sorprese di Orione

La nebulosa di Orione è probabilmente uno degli oggetti astronomici più conosciuti e studiati. Non di meno, ha ancora i suoi segreti e può mostrarsi come mai ha fatto finora. Abbiamo appena imparato, per esempio, che che le deboli nane rosse all’interno dell’ammasso stellare (chiamato anche Messier 42) irradiano molta più luce del previsto. La scoperarta è opera dei ricercatori dello European Southern Observatory (ESO) “La Silla”, in Cile, ed è stata fatta grazie al Wide Field Imager, un particolare tipo di fotocamera montata sul telescopio MPG/ESO di 2,2 metri. 

Non è tutto: i dati raccolti da quelle osservazioni, resi pubblici, sono stati riutilizzati per creare una delle immagini più spettacolari e dettagliate della nebulosa. Realizzare l’immagine non era tra gli obiettivi della ricerca. A ricrearla, infattti, non è stato un membro dell’équipe, ma Igor Chekalin, partecipante russo al concorso di astrofotografia “Hidden Treasure 2010”, organizzato dall’ESO tra ottobre e novembre del 2010.

L’iniziativa è rivolta a chi si diletta nel creare immagini del cielo notturno partendo da dati astronomici reali. Igor ha cercato nell’archivio dell’ESO e ha identificato il set di dati per comporre la sua immagine di Messier 42, aggiudicatasi il settimo posto (qui il link alle altre fotografie). L’immagine è stata ottenuta mettendo insieme numerose esposizioni e usando cinque filtri diversi (52 minuti di esposizione per ciascun filtro). L’idrogeno gassoso incandescente, per esempio, appare rosso; l’immagine è stata poi elaborata dai tecnici dell’ESO (il lavoro originale si può trovare qui). Chekalin è già stato vincitore del primo premio di questo concorso per la composizione di Messier 78, ed è autore di altre immagini, tra cui quelle di NGC3169, NGC3166 e SN 2003cg, presenti sul suo profilo flickr. 

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