Le tempeste a razzo su Marte

“Tempeste di sabbia a razzo” o meglio, in inglese “rocket dust storm”. Sono un particolare tipo di tempeste di sabbia che permettono a spessi strati di sabbie e polvere di raggiungere altitudini elevate dell’atmosfera marziana, anche 30-40 chilometri dal suolo, e ricoprirle a lungo. Finora non erano ancora state spiegate, né battezzate. Lo hanno fatto, come racconta Wired.com, i ricercatori  dell’Institut Pierre Simon Laplace di Parigi in Francia coordinati da Aymeric Spiga.

Secondo lo studio francese, pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Planets, su Marte alcuni blob di sabbia all’interno di una tempesta riescono a riscaldarsi velocemente a causa delle radiazioni solari, provocando un veloce surriscaldamento dell’atmosfera circostante. Poiché l’aria calda sale, questa polvere viene sparata verso il cielo a una velocità incredibile, proprio come un razzo lanciato nello Spazio, da cui il nome: “rocket dust storm”.

“Il trasporto verticale è talmente forte che volevamo trovare un nome in grado di rendere l’idea”, ha spiegato Spiga. Questi blob infatti salgono nell’atmosfera raggiungendo i 30/40 chilometri di altezza in poche ore, con una velocità che supera i 10 metri al secondo. Questa è parecchio maggiore rispetto a quella delle normali tempeste di sabbia che si sollevano dalla superficie al ritmo di 0,1 metri al secondo. Inoltre, poiché le particelle di sabbia si scontrano una contro l’altra creando una frizione, queste tempeste possono caricarsi di forze elettrostatiche in grado di generare spettacolari lampi.

Per determinare come queste tempeste si formano, Spiga e il suo team hanno usato modelli dettagliati del comportamento di venti e polveri su Marte e vi hanno aggiunto i dati di una di queste particolari tempeste di sabbia raccolti grazie allo spettrometro Omega della sonda Mars Express dell’Agenzia spaziale europea, orbitante intorno al Pianeta Rosso. Finora, infatti, la maggior parte dei precedenti modelli del clima marziano simulano tempeste di sabbia globali su larga scala con una risoluzione decisamente grossolana e non avevano permesso di individuare questo particolare tipo di fenomeno.

Fortunatamente simili tempeste di sabbia non possono verificarsi sulla Terra: l’atmosfera marziana, infatti, è circa 100 volte più sottile della nostra e si riscalda molto e molto velocemente quando le particelle di sabbia assorbono la luce solare e di conseguenza emettono una radiazione termica. C’è però un fenomeno comparabile a questo che si verifica nelle nuvole temporalesche cumulonembi. Un grande accumulo di particelle d’acqua in queste nuvole rilascia un calore latente, causando forti moti verticali e strutture molto alte. Il team di Spiga ha usato questa analogia terrestre per coniare un nome più scientifico e tecnico di “rocket dust storm”: “conio-cumulonembi”, dal greco κόνις (conis) che vuol dire polvere. “Io però preferisco chiamarle Rocket dust storms” ha detto Spiga. “ Così tutti sanno di cosa io stia parlando”.

Il modello, sottolinea Wired.com, è stato molto apprezzato anche da altri ricercatori, come Scot Rafkin del Southest Reserach Institute di Boulder in Colorado (Usa), secondo il quale effettivamente il meccanismo individuato potrebbe spiegare come mai questi strati duraturi di polvere riescano ad arrivare così in alto nell’atmosfera.

Via: Wired.it

Credits immagine: Nasa

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