Società

Leonardo da Vinci scriveva e disegnava con entrambe le mani

Con la mano sinistra o con la mano destra. Che differenza volete che ci sia per un genio come Leonardo da Vinci? Secondo un nuovo studio dei ricercatori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, infatti, Leonardo sarebbe stato in grado di scrivere e disegnare con entrambe le mani. La ricerca, presentata nei giorni scorsi, fornisce quindi la conferma di ciò che per lungo tempo ha balenato nella mente degli scienziati: Leonardo da Vinci era ambidestro.

Il Paesaggio di Leonardo da Vinci

Per certificare l’ambidestria del genio da Vinci, i ricercatori hanno analizzato nel dettaglio un suo disegno famosissimo, Paesaggio in Valdarno (noto anche come Paesaggio 8P), realizzato da Leonardo quando aveva 21 anni: è datato 5 agosto 1473 ed è ritenuto la sua più opera più antica. Raffigura una veduta dell’Arno che scorre tra due promontori e presenta anche due iscrizioni a mano. La prima, sul fronte, scritta da destra verso sinistra, recita: “Dì di s]an]ta Maria della neve / addj 5 daghossto 1473”. La seconda, sul retro, scritta normalmente da sinistra a destra, è un appunto commerciale: “Io, Morando d’Antoni, sono chontento”.

Servendosi di tecniche di analisi molto avanzate, i ricercatori hanno potuto confrontare queste due scritte, dimostrando che sono state eseguite entrambe da Leonardo da Vinci. “Sono autografe, così come gli schizzi di una testa e di una figura umana tracciati sul retro: sono scritte con lo stesso inchiostro, utilizzato anche per realizzare gran parte del Paesaggio”, spiegano i ricercatori in una nota. “L’artista ha usato la mano sinistra per scrivere sul fronte del foglio, mentre ha usato la destra sul retro, procedendo normalmente, da sinistra a destra”. Come ricorda la storica dell’arte Cecilia Frosinini, co-autrice della ricerca, Leonardo era nato mancino e poi, come tanti ancora oggi, fu costretto a imparare a scrivere con la mano destra.

Disegni nascosti

Dalle analisi a radiazione infrarossa, sono venute alla luce anche due diverse stesure del paesaggio sovrapposte sul fronte e anche sul retro, dove sono tratteggiati due paesaggi, uno sovrapposto all’altro. “Raffigurano una scena fluviale, con al centro un corso d’acqua e due rive collegate da un ponte, e sulla sinistra una formazione di rocce aguzze e frastagliate”, spiegano i ricercatori. “Leonardo aveva impostato questo scenario a nerofumo e successivamente ne sottolineò con l’inchiostro alcune forme, aggiungendo anche dei picchi montuosi”. Dall’esame del retro, continuano i ricercatori, affiorano, sotto il paesaggio fluviale in basso a sinistra e più in alto, alcuni disegni a punta di piombo, un fiore stilizzato e alcuni motivi geometrici, che risultano visibili all’infrarosso.


Leonardo, è caccia alle impronte del genio da Vinci


“Gli elementi emersi durante questa campagna di indagini”, ha concluso il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, “aprono nuove prospettive per lo studio del disegno di Leonardo e del Paesaggio in Valdarno, fornendoci importanti indizi sulla sua tecnica e perfino sulle sue abitudini e abilità nella scrittura, scoprendolo ambidestro: una vera e propria rivoluzione nell’ambito degli studi leonardeschi”.

Riferimenti: Gallerie degli Uffizi

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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