Non gli è bastato scovare e identificare il bosone di Higgs, la particella maledetta (o “di Dio”, per i più politicamente corretti). Lhc, il super-acceleratore di particelle del Cern di Ginevra, è tutt’altro che sazio. E, dopo due anni di meritato riposo, programmati per riparazioni e aggiornamenti, si prepara a risvegliarsi. Finalmente, ora che sono stati corretti diversi difetti di progettazione, l’acceleratore potrà lavorare al massimo della sua potenza nominale, oltre il doppio di quella che ha permesso di scoprire l’Higgs. Il che, stando a quanto ha spiegato al meeting della American Association for the Advancement of Science una dei portavoce dell’esperimento Atlas, Beate Heinemann, consentirà di “scoprire un mondo completamente nuovo, simile all’antimateria, per esempio. Abbiamo scoperto l’antimateria all’inizio del secolo scorso. Ora, se siamo fortunati, scopriremo la materia supersimmetrica”.
Di cosa si tratta? La teoria supersimmetrica, spiega la Bbc, è un estensione del modello standard, che descrive il comportamento delle particelle elementari della natura. Susy – questo il nome con cui i fisici chiamano confidenzialmente la teoria – predice che ogni particella abbia un compagno più pesante: al fotone, per esempio, corrisponderebbe il fotino, mentre il quark sarebbe abbinato allo squark. Finora, comunque, Lhc non ha trovato alcuna traccia di questi partner supersimmetrici: i fisici sperano di vederli con le nuove accelerazioni, con cui sarà possibile raddoppiare le energie delle collisioni tra le particelle e osservare, auspicabilmente, la generazione di materia mai osservata.
In particolare, gli scienziati sono interessati a trovare il gluino, corrispettivo super-simmetrico del gluone (la particella che tiene insieme i quark per formare protoni e neutroni) e il cosiddetto neutralino, un oggetto misterioso e complesso (la cui esistenza, per ora, è puramente ipotetica), composto da fotino, zino (la particella supersimmetrica del bosone Z) e due higgsini (le particelle supersimmetriche della particella di Dio). “Queste scoperte cambierebbero il mondo”, commenta Heinemann. “Molto più del bosone di Higgs”.
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