Categorie: Ambiente

Come potrebbe finire il mondo

Che sia una pandemia globale, un olocausto nucleare, l’impatto di un asteroide o la rivolta delle macchine, la prudenza non è mai troppa quando si parla di catastrofi da fine del mondo. È per questo che la Global Challenges Foundation, organizzazione dedicata alla sensibilizzare dell’opinione pubblica sui pericoli che minacciano l’umanità, ha deciso di pubblicare una lista delle 12 più probabili catastrofi che potrebbero spazzare via la civiltà umana, e da cui quindi è meglio non farsi cogliere impreparati. Il report, stilato da un team di ricercatori dell’Università di Oxford, vuole attirare l’attenzione di istituzioni e leader mondiali su una categoria di rischi globali definita ad “impatto potenzialmente infinito”, al fine di stimolare il dialogo e iniziare a preparare le necessarie contromisure.

Il report divide i rischi in quattro gruppi, distinguendo tra rischiattualiesogeni (che non dipendono cioè dall’attività umana), emergenti, e rischi legati alla gestione politica mondiale. Per ognuna delle dodici catastrofi elencate, i ricercatori hanno calcolato inoltre due parametri: “probabilità di impatto infinito”, cioè il rischio che l’evento causi direttamente la fine della civiltàumana, e la probabilità di “superamento della soglia d’infinità”, cioè il rischio che si scateni una catena di eventi che portano col tempo al collasso della società. Si tratta di una distinzione importante, spiegano i ricercatori, perché aiuta a comprendere il livello di interconnessione delle società in cui viviamo, e gli effetti che possono avere sull’intero sistema eventi che avvengono su scala ridotta.

Venendo dunque al sodo: quali sono le 12 più probabili fini del mondo? Tra le prime cinque, quelle che presentano un rischio attuale, troviamo i cambiamenti climatici estremi, una guerranuclearecatastrofi ecologichepandemia globale, e il collasso del sistema economico globale. I rischi esogeni più ingenti arrivano invece dall’impatto di un asteroide di grandi dimensioni, e dall’eruzione di un supervulcano.

Si passa poi ai rischi emergenti, più fantascientifici forse, rappresentati dalla biologia sintetica, le nanotecnologie,l’intelligenza artificiale e rischi sconosciuti (pericoli oggi ignoti contro cui è bene comunque premunirsi). Per finire, il dodicesimo è una cattiva gestione della politica globale, ovvero l’incapacità di risolvere sfide come la povertà, la fame e le guerre, che potrebbe causare in futuro il collasso della civiltà umana.

Oltre alla lista delle 12 catastrofi, il report propone anche 10 possibili soluzioni:

1) organizzare un network globale incaricato di rispondere airischi ad impatto infinito;
2) migliorare le capacità di analisi del rischio per le sfide globali;
3) sviluppare sistemi di allerta precoce;
4) incoraggiare la visualizzazione del mondo come un sistemasociale ed ecologico estremamente complesso ed interconnesso;
5) premiare gli sforzi nella giusta direzione;
6) prestare attenzione a tutto lo spettro di probabilità (cioè tenere a mente anche i rischi remoti ma con un impatto potenzialmentedisastroso);
7) studiare con più attenzione la probabilità di eventi catastroficiestremi;
8) incoraggiare l’adozione di un linguaggio adeguato, che renda giustizia ai pericoli derivanti da eventi con bassa probabilità maaltissimo impatto;
9) stabilire degli indicatori di rischio globale;
10) studiare la possibilità di fondare una Global Risk Organization.

Via: Wired.it

Credits immagine:  NASA APPEL/Flickr CC

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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