Giunto alla sua settima edizione, il programma L’Oreal Italia per le Donne e la Scienza, sostenuto dall’Unesco, ha assegnato le cinque borse di studio di 15.000 euro ciascuna. Biochimica, astrofisica, psicologia, endocrinologia e genetica le specializzazioni delle cinque giovani ricercatrici. Ecco chi sono.
Valeria Righi, 30 anni, con un dottorato in biochimica, svolge la sua attività di ricerca alla Harvard Medical School. Le è stata assegnata la borsa grazie a un progetto sull’identificazione dei biomarker diagnostici per i tumori, in particolare per le neoplasie cerebrali. L’idea di base è quella accoppiare i profili biochimici dei tessuti (ottenuti con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare) con i dati di espressione genica. Lo scopo è di ottenere un’“impronta digitale” unica per ciascun tumore celebrale. La ricerca sarà svolta presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
Luisa Ostorero, 35 anni, astrofisica. Dopo diverse esperienze in Germania e Finlandia attualmente è ricercatrice presso l’Università di Torino. Il focus della sua attività di ricerca è lo studio delle alternative alla teoria della Relatività Generale su scala cosmologica, che chiama in causa l’esistenza della materia oscura. Uno dei modelli alternativi è quello della Gravità Conforme, che interpreta le osservazioni astronomiche senza postulare il Big Bang né l’esistenza di materia ed energia oscure. Il progetto finanziato da L’Oreal cercherà di valutare gli effetti energetici delle galassie attive sul gas presente negli ammassi di galassie.
Elisabetta Versace, 30 anni, psicologa con dottorato alla Harvard University, ha vinto la borsa di studio con un progetto sulle capacità cognitive alla base dell’elaborazione linguistica. La ricerca, che sarà svolta presso l’Università di Milano-Bicocca, mira a comprendere come, partendo da un lessico e da una grammatica limitati, si possano produrre e comprendere un numero potenzialmente infinito di frasi.
Anna Olivieri, 28 anni, biologa, svolge la sua attività come assegnista di ricerca presso l’Università di Pavia. Il suo progetto vuole definire modi, tempi e luoghi della domesticazione del cavallo. Attraverso gli studi sul Dna mitocondriale dell’essere umano e delle razze equine, si vuole ricostruire la storia evolutiva delle popolazioni umane moderne in relazione alla distribuzione geografica e alla domesticazione dell’animale che più di tutti ne ha accompagnato le migrazioni.
Cristina Lucia Ronchi, 32 anni, endocrinologa, lavora attualmente presso la Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Il finanziamento andrà per uno studio sugli effetti della radioterapia sui fattori di rischio cardio- e cerebro-vascolari nei pazienti con tumori delle ghiandole ipofisarie (adenomi ipofisari GH-secernenti). La ricerca sarà focalizzata sulla acromegalia, una malattia causata da una eccessiva produzione dell’ormone della crescita, per confermare o smentire la presunta superiorità del trattamento chirurgico per questa patologia. (a.d.)
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