L’ormone della generosità

L’ossitocina ci rende più buoni. O meglio, più generosi. A dimostrarlo in modo inequivocabile è lo studio del neuroeconomista Paul Zak della Claremont Graduate University (Usa), in uno studio apparso su Plos One. I risultati confermano il legame tra l’ormone e il comportamento altruistico già messi in evidenza dall’autore in uno studio pubblicato su Nature nel 2005. Nella precedente ricerca era stato testato l’effetto della sostanza sulla tendenza a fidarsi del prossimo, mentre in questo nuovo lavoro Zak e colleghi hanno misurato l’effetto sulla disponibilità a offrire denaro in modo incondizionato.

I volontari che hanno partecipato all’esperimento sono stati suddivisi in due gruppi ai quali è stata somministrata ossitocina e placebo. Dopo la somministrazione a ciascun partecipante è stata data una certa somma in denaro e gli è stato chiesto di condividerla con un altra persona, che avrebbe potuto accettare o rifiutare la spartizione. I risultati sono stati inequivocabili: le persone che avevano ricevuto l’ossitocina hanno offerto l’80 per cento di denaro in più rispetto ai volontari che avevano ricevuto un placebo.

“L’ossitocina agisce sul nostro comportamento altruistico quando stabiliamo un rapporto empatico con gli altri” commenta Paul Zak, “e i suoi effetti sono molto più visibili in questa disponibilità a donare che nella tendenza a fidarsi del prossimo, una reazione all’ormone che avevamo già dimostrato nel 2005”.

Secondo gli autori questo ormone, che normalmente è prodotto dall’ipofisi (la ghiandola endocrina alla base del nostro cranio), causa una modificazione del cervello a livello chimico che potrebbe avere un importante significato in termini evolutivi: più ci fidiamo l’un l’altro e cooperiamo, sostengono i ricercatori, e maggiori sono i benefici per la popolazione. (t.m.)

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