“Il nostro Universo è piatto, e continuerà a espandersi senza limite”. Lo afferma Paolo de Bernardis dell’Università La Sapienza di Roma che ha diretto, in collaborazione con il Caltech americano, il progetto Boomerang, conquistando la prossima copertina di Nature. I ricercatori hanno infatti ottenuto le immagini del nostro Universo così come si presentava più di 10 miliardi di anni fa. Ci sono voluti otto anni per ultimare la mappa di quella che viene chiamata la “radiazione di fondo cosmico”, ovvero la luce emessa poco dopo il Big Bang – quando tutto il nostro Universo era ancora un’incandescente “palla di fuoco” – e ancora in giro per il cosmo. La radiazione rilevata da Boomerang – in sostanza è un telescopio ad altissima risoluzione montato su un pallone aerostatico – appare oggi sotto forma di microonde, e racconta la storia del nostro Universo. Il telescopio italo-americano è riuscito infatti a fotografare le piccole variazioni di temperatura sulla superficie della antica “palla di fuoco”: le zone più calde e dense sarebbero, secondo gli studiosi, i primi “semi” da cui si sono successivamente sviluppate le galassie e le altre strutture presenti nell’Universo attuale. “La mappa creata da Boomerang – ha dichiarato de Bernardis – è in spettacolare accordo con le teorie di formazione delle galassie” e permette inoltre di avere informazioni sul contenuto e sul destino del nostro Universo. Un destino che prevede, purtroppo, un’espansione illimitata in cui tutti i corpi saranno “freddi” e senza vita. (g.d.m.)
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