L’elemento numero novantadue è presente nello spazio che circonda la Terra. Tracce di piombo-214 e bismuto-214, due isotopi radioattivi prodotti dal decadimento dell’uranio-238, sono state rinvenute su di un coperchio che proteggeva uno strumento posizionato all’esterno della Mir, la stazione spaziale russa. “Un vero e proprio mistero”, dichiara l’autore della scoperta Roger Gismore, del California Polytechnic State, “nessuno ha mai visto niente di simile”. Le ipotesi sull’origine dell’uranio presente nello spazio intorno alla Terra sono tre. La prima considera i test atomici condotti dagli Stati Uniti nel 1969 a un’altezza di 399 chilometri dalla superficie terrestre, e la Mir orbita a 320 chilometri di altezza. La seconda vede la soluzione del mistero nella flottiglia dei centinaia di satelliti messi in orbita negli ultimi quaranta anni, alcuni dei quali, come il sovietico Cosmos, utilizzavano come propulsori dei minireattori nucleari e zavorre di uranio impoverito. La terza è un’ipotesi esotica: l’uranio proverrebbe dallo spazio profondo, sprigionato dall’esplosione di una supernova avvenuta 340 mila anni fa, e che ha generato la stella di neutroni Geminga, distante quattrocento anni luce dalla Terra.(g.s.)
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