La prima “immagine” del confine del Sistema Solare, dove il calore della nostra stella cede il passo al freddo mezzo interstellare, è stata catturata dalla sonda spaziale Stereo della Nasa. E si tratta di una mappa davvero particolare, ottenuta attraverso il rilevamento di atomi neutri e non di radiazioni. Analizzando i dati raccolti nel corso dello scorso anno, i ricercatori dell’Università della California (Berkley, Usa) si sono accorti che la sonda ha rilevato inaspettatamente particelle prive di carica provenienti dalla zona più estrema dell’eliosfera.
Per Robert Lin, docente di fisica a Berkley e responsabile della strumentazione a bordo di Stereo, poter tracciare la mappa di questa regione dà inizio a una “nuova astronomia”, basata sul rilevamento di atomi neutri piuttosto che su quello delle radiazioni: “Non è possibile ottenere un’immagine totale di questa zona in nessun altro modo”, spiega infatti il ricercatore, “perché è molto evanescente e difficile da vedere con i telescopi ottici”.
I dati, presentati su Nature, forniscono nuove importanti informazioni sulla quantità di energia presente in quella zona di confine (chiamata eliopausa), dovuta alla decelerazione del vento solare nel momento in cui si scontra con il vento di origine interstellare (shock di terminazione). “Gli ioni scoperti da Stereo nell’Eliopausa contengono il 70 per cento dell’energia dispersa dal vento solare nel termination shock, esattamente la quantità che la sonda Voyager 2 non era riuscita a captare lo scorso anno, quando attraversò il confine del Sistema Solare”, concludono i fisici di Berkley.
Secondo gli astronomi, questi atomi neutri erano in origine ioni che hanno perso la loro carica elettrica durante il raffreddamento all’interno del mezzo interstellare. Gli atomi privi di carica sono probabilmente di idrogeno, come la maggior parte delle particelle fluttuanti nel Sistema Solare. Una nuova missione della Nasa, l’Interstellar Boundary Explorer (Ibex), che dovrebbe partire quest’anno, cercherà di raccogliere maggiori informazioni sulle frontiere remote del Sistema Solare, sull’eliosfera e sulla struttura dello shock di terminazione. (e.r.)
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