“Il futuro è luminoso per la materia oscura”. Così scherza Anthony Tyson, un astrofisico del gruppo del Bell Labs nel New Jersey che è riuscito a mappare la distribuzione di questa misteriosa forma di materia. Lo studio, apparso nell’ultimo numero di Nature, conferma le attuali teorie secondo cui non ci sarebbe abbastanza materia, sia ordinaria che oscura, per arrestare l’espansione dell’universo. Invisibile perché incapace di emettere luce, la materia oscura può essere rilevata solo tramite i suoi effetti gravitazionali su quella visibile – stelle, galassie, o ammassi di galassie. Ma la sua mappatura è importante perché, secondo gli esperti, essa costituirebbe gran parte della massa del nostro universo. Il gruppo del Bell Labs ha analizzato la luce emessa da 145 mila galassie lontane utilizzando il telescopio Blanco dell’Osservatorio inter-americano sulla Sierra Tololo in Cile. Le galassie sono apparse leggermente deformate, come dei palloni molto schiacciati. Si tratta di un effetto noto come “lente gravitazionale” e già previsto da Einstein, per cui la gravità può deviare la traiettoria di un raggio luminoso. Ed è proprio dall’entità della distorsione si è potuto risalire alla distribuzione della materia invisibile, determinata per la prima volta su ampie regioni del cielo. “La deformazione delle galassie indica la struttura della materia oscura meglio di ogni altra tecnica osservativa” commenta Tyson. Ma c’è ancora molto da scoprire: dallo studio risulta che la rapida espansione dell’universo è dovuta anche a una forma di energia dalla natura ancora più misteriosa della materia invisibile. (m.g.)
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