Mappe umanitarie

    D’ora in poi gli oltre due milioni di sfollati interni del Darfur, in Sudan, e i 250 mila nel vicino Chad non saranno solo un numero da citare tra un telegiornale e un altro. Avranno, se non un volto, almeno una rappresentazione visiva, grazie a delle mappe. Immagini che permetteranno agli operatori della comunità internazionale di interpretare i flussi territoriali e facilitare l’azione umanitaria e la condivisione delle informazioni nelle emergenze complesse. Tutto questo grazie a tecnologie d’avanguardia di tipo WebGis, sistemi di informazione geografica in internet, realizzate dal Centro di ricerca internazionale Itc-Irst di Trento e la cooperativa Mpa Solutions, che lo scorso 25 gennaio hanno siglato un accordo di collaborazione con l’organizzazione umanitaria Intersos.

    Lo scopo dell’intesa è sviluppare nuove tecnologie utili alla cooperazione internazionale nella gestione di emergenze e in favore delle popolazioni in pericolo, vittime di calamità naturali e di conflitti armati, specialmente nelle regioni più povere del mondo. L’idea è nata dall’incontro tra Cesare Furlanello, matematico responsabile del progetto di ricerca “Modelli predittivi per dati biologici ed ambientali” dell’Itc-Irst e Sergio Odorizzi di Intersos, in Sudan per illustrare le attività ai ragazzi ospiti di Web Valley, il campo estivo di formazione e ricerca dell’Itc. L’organizzazione è molto attiva in Darfur, dove dal 2004 al 2006 svolge per conto dell’Alto Commissariato delle Nazioni per i Rifugiati (Unhcr) un monitoraggio della situazione umanitaria in oltre 500 villaggi e dei ritorni dei profughi su base trimestrale.

    Proprio i dati così raccolti, tra cui nome e coordinate Gps dei villaggi, condizioni generali, caratteristiche della popolazione, composizione etnica, hanno permesso di costruire una base dati che evidenzia lo stato dei villaggi (distrutti, abbandonati, abitati, insediati da nomadi), la presenza di sfollati interni, rifugiati o ritorni, lo stato di servizi essenziali (scuole, ospedali, pozzi), o le condizioni delle risorse agricole.

    “Noi lavoriamo sulla geoinformatica, nel collegamento tra Gis e database e interfacce via web per l’accesso ai dati”, spiega Furlanello. “Gli specialisti di Mpa Solution hanno costruito un database centralizzato, continuamente aggiornato e accessibile on line, dei dati di Intersos attraverso il sistema WebGis. Così, tramite internet, l’organizzazione può gestire ed elaborare le informazioni sui rifugiati associate al territorio e visualizzarle come cartografie digitali”. Il sistema permette di accedere a carte digitali in cui semplici simboli, come cerchietti colorati, indicano villaggi, risorse e rischi. Oltre a produrre cartografie, la piattaforma consente l’analisi integrata dei dati su rifugiati e sfollati e le rispettive aree di origine ma anche lo studio delle dinamiche in atto e dei possibili scenari futuri. Per esempio, tramite una query, si può chiedere al sistema in quale villaggio si trova attualmente una certa tribù, sapere quante persone la popolano, quali movimenti l‘hanno animata di recente, se dispone di risorse, quali sono i soggetti più vulnerabili.

    “Questo ci offre la possibilità di sviluppare modelli statistici predittivi per identificare le tendenze in atto in fatto di spostamenti e rifugiati”, continua Furlanello. “Inoltre, analizzando la disponibilità di risorse per ogni campo e le problematiche su scala geografica, è possibile vedere i settori prioritari d’intervento e sostenere la pianificazione di interventi mirati”. In questo modo gli operatori di Intersos sono convinti da una parte che le azioni e i progetti per la ripresa della normalità della vita, il consolidamento della pace, la ricostruzione e lo sviluppo potranno essere più efficaci e mirati, dall’altra che sarà più semplice, grazie alle immagini, coinvolgere gli italiani nei progetti di solidarietà.

    Tutto il sistema è stato sviluppato in ambito Free Open Source (l’Irst è centro di sviluppo del Gis Grass, principale software internazionale di questo tipo) svincolandosi da licenze proprietarie per rendere le nuove tecnologie sostenibili e facilmente trasferibili ai principali attori locali.
    Oltre a questo progetto pilota per il Darfur, l’accordo di collaborazione riguarda anche il possibile sviluppo di sistemi (“nasi elettronici”) da utilizzare per la bonifica dei terreni infestati da mine, bombe cluster e altri ordigni esplosivi, settore in cui Intersos opera da anni. Nell’attesa, l’iniziativa sarà presentata alla quarta conferenza internazionale dell’International Community on Information systems for crisis response and management (Iscram) che si svolgerà a maggio in Olanda.

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