Marcatura stretta

Otto nuovi marcatori spieranno d’ora in poi il virus dell’Hpv, presente in ben nove donne su dieci affette da tumore al collo dell’utero. Sono stati testati nel corso di uno studio multidisciplinare dal titolo “Hpv e cancerogenesi della cervice uterina”, coordinato dall’Istituto Superiore di sanità (Iss) e presentato al Convegno “Le infezioni genitali da virus del Papilloma – Lo stato dell’arte nella prevenzione, diagnosi nello sviluppo di vaccini”. Utilizzando la reazione a catena della polimerasi (Pcr) che evidenza la presenza di più parti e più tipi di Hpv, i ricercatori hanno analizzato 150 tessuti tumorali di altrettante donne affette da carcinoma invasivo e da lesione intraepiteliale squamosa (Sil) di vario grado, cioè lesioni che precedono il tumore vero e proprio. Risultato: il virus era presente in oltre il 90 per cento dei tessuti analizzati. Inoltre sono stati testati otto nuovi marcatori che permettono di studiare le caratteristiche biologiche del tessuto e quindi di prevedere l’evoluzione della lesione precancerosa indotta dal virus, tra cui la possibilità di sviluppare metastasi. “La nostra ricerca”, spiega Margherita Branca, del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della salute dell’Iss e responsabile del progetto, “vuole individuare la relazione esatta che intercorre tra alcuni tipi di Hpv e le malattie a carico della cervice uterina, soprattutto il carcinoma”. Il cervico-carcinoma, infatti, è la seconda forma di tumore, dopo il cancro al seno, più diffusa nel mondo tra le donne che hanno meno di 50 anni. Ora gli scienziati, al fine di ottenere diagnosi sempre più precise, intendono procedere analizzando 250 tessuti e testando fino a 13 nuovi marcatori. (r.p.)

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