Musica, il piacere è nell’attesa

    Immaginate di entrare in casa, c’è silenzio. Finalmente potete ascoltare la vostra musica preferita. Inserite il CD nel lettore, e il brano comincia a suonare. Vi sentite finalmente appagati. Ma il vero piacere è nell’attesa: aspettare l’arrivo di un passaggio melodico particolare genera una sensazione altrettanto gratificante. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto Neurologico di Montréal (Canada) coordinati da Valorie N. Salimpoor, che hanno pubblicato i loro risultati su Nature Neuroscience. Utilizzando tecniche di imaging come la Risonanza magnetica funzionale e la Tomografia a emissione di positroni (PET), i ricercatori hanno analizzato cosa avviene nel cervello di un campione di persone durante l’ascolto della loro musica strumentale preferita.

    I ricercatori sono partiti dall’assunto per cui la musica innesca il rilascio di dopamina in una zona del cervello chiamata nel corpo striato, una regione del cervello composta dal nucleo lenticolare e da quello caudato: quest’ultimo governa l’apprendimento stimolo-risposta ed è molto attivo nei momenti di “attesa”. La dopamina è un neurotrasmettitore che ha un ruolo importante nella motivazione e nella ricompensa, tanto che la sua produzione aumenta con l’assunzione di cibo o droghe, l’attività sessuale, e con l’ascolto di musica.

    Il lavoro dei ricercatori si è però concentrato sui 15 secondi che precedono l’apice dell’ascolto. I neuroscienziati hanno infatti notato che in questo lasso di tempo si verifica un incremento della dopamina nel nucleo caudato, che tuttavia compie un percorso diverso da quella rilasciata durante l’apice, provocando, quindi, un diverso tipo di piacere. E’ proprio l’attesa, dunque, a fungere da prima ricompensa, come una sorta di equivalente culturale dell’esperimento di Pavlov: studiando il comportamento dei cani, lo scienziato russo aveva notato che gli animali cominciavano a salivare alla visione del cibo. Associando per alcune volte uno stimolo acustico alla presentazione del cibo, e poi presentando solo lo stimolo acustico senza il cibo, i cani cominciavano a salivare come se fossero in presenza del cibo stesso. Dunque, nell’attesa dell’arrivo del cibo. In modo analogo funzionerebbe il cervello umano nell’attesa del passaggio musicale preferito.

    Questi risultati, sostengono gli scienziati, possono aiutare a capire perché la musica ricopra un valore così importante all’interno delle diverse culture, e sono utili per comprendere meglio il funzionamento del cervello nell’ascolto della musica.

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