Michele Emmer (a cura di)Matematica e cultura 2004Springer, 2004pp. 253, euro 26,95Matematica e cultura è un binomio che può suonare bizzarro. Tutti coloro che avvertono un suono stonato nell’accostamento dei due termini, troveranno in questo volume spunti sufficienti per mettere in discussione tale posizione. Così come si incrinerà l’immagine della matematica come la scienza astratta per eccellenza, avulsa dalla realtà e, tutto sommato, inutile. Il libro, scritto a più mani, si compone di tanti interventi, proprio come avviene in un convegno. È infatti dai convegni di “Matematica e cultura”, che dal 1987 si tengono annualmente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che prendono forma i volumi dell’omonima collana. L’edizione 2004, settima e ultima arrivata, prosegue nella direzione di mostrare e analizzare le connessioni tra la matematica e gli altri aspetti del sapere umano. La grande protagonista del libro, perciò, non si presenta mai sola, ma accompagnata di volta in volta dai soggetti più disparati: il cinema, il teatro, la crittografia, le applicazioni nell’industria, la biologia, la medicina, l’arte e l’architettura. Si parla dell’importanza della matematica durante la seconda guerra mondiale nella risoluzione dei problemi di “ricerca operativa”, si affrontano i rapporti fra matematica, informatica e biologia a fronte degli sviluppi della genomica e della farmacogenomica che richiedono sempre di più la gestione e l’analisi di un’enorme quantità di dati fra loro interdipendenti. Si parla della matematica che si cela dietro le simulazioni al calcolatore. Si parla dell’American’s Cup, delle ricerche matematiche che hanno studiato, modellizzato e simulato il design delle barche del Team Alinghi (vincitore della gara) al fine di stabilire gli aspetti aerodinamici, idrodinamici e strutturali ottimali. Ma non solo. Si parla anche di matematici, di quelli veri, di quelli finti e di quelli improvvisati.Il campionario è vario. Da John Nash a Evariste Galois, da Alan Turing a Fermat, da Heisenberg a Bohr (questi sono quelli veri) sono diverse le storie (e i risvolti matematici che dietro le storie si nascondono) raccontate ora a teatro, ora al cinema, ora in un fumetto.Tra i matematici “improvvisati” di cui si parla ci sono il grande architetto Antoni Gaudì e il grafico olandese M. C. Escher, alla cui opera è dedicata un’intera sezione. Non mancano considerazioni e riflessioni sull’immagine della matematica veicolata da questi canali di comunicazione e su come questa immagine va cambiando nel corso degli anni.Nonostante alcuni (pochi) interventi siano più tecnici da un punto di vista matematico, a fronte di altri squisitamente divulgativi, la lettura non presenta difficoltà particolari e, laddove non si comprendano dei passaggi, basta saltarli. La panoramica d’insieme non ne risente.A leggere questo libro, viene da chiedersi: qual è il segreto della matematica, data una tale pervasività? Per rispondere con le parole di Ennio de Giorgi, importante matematico italiano a cui è dedicata l’apertura del libro, “ la matematica è una delle manifestazioni più significative dell’amore per la sapienza. Come tale è caratterizzata da un lato da una grande libertà, dall’altro dall’intuizione che il mondo è fatto di cose visibili e invisibili e la matematica ha forse una capacità, unica fra le altre scienze, di passare dall’osservazione delle cose visibili all’immaginazione delle cose invisibili. Questo forse è il segreto della forza della matematica.”
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