Meglio un uovo oggi

Il centro di ricerca è lo stesso che diede i natali alla prima pecora transgenica Dolly: il Roslin Institute di Edinburgo, in Scozia. L’animale sui cui i ricercatori hanno lavorato questa volta invece è diverso: si tratta di un pollo. Dopo quindici anni di lavoro, infatti, Helen Sang e i suoi colleghi hanno prodotto alcuni esemplari di gallina transgenica, nelle cui uova si trovano due sostanze importanti dal punto di vista farmacologico: il miR24, un anticorpo monoclonale che potrebbe essere usato contro il melanoma, e l’interferone umano b-1a, che può essere usato per arrestare la replicazione virale nelle cellule. I risultati degli esperimenti verranno pubblicati nei prossimi giorni sui Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).

I ricercatori hanno selezionato degli embrioni di pollo, e con un virus hanno inserito, nei geni relativi alla produzione di ovalbumina (la proteina secreta nell’ovidotto del pollo che costituisce la parte bianca dell’uovo) il materiale genetico relativo alla produzione delle proteine desiderate. Una volta cresciuti, i ricercatori hanno selezionato gli esemplari maschi che presentavano, nel loro seme, il Dna modificato, e li hanno fatti accoppiare con delle galline normali, selezionando e incrociando nuovamente la prole transgenica, fino alla quinta generazione. Ora nel centro scozzese vivono circa 500 galline che producono uova geneticamente modificate contenenti, nell’albume, le due proteine.

Non è la prima volta che una specie animale viene utilizzata come “bioreattore” per la produzione di sostanze utili. I vantaggi di questa pratica, dicono però i ricercatori scozzesi, sta nella grande capacità riproduttiva dei polli, nella brevità del loro ciclo vitale e nella loro grande produzione (quotidiana) di uova da cui estrarre e purificare, con un procedimento molto semplice, l’interferone e l’anticorpo monoclonale. Prima di poter utilizzare la procedura su vasta scala sarà necessario regolare la quantità di proteina presente in ogni uovo che, come ammettono i ricercatori, allo stato attuale è ancora troppo scarsa. (e.m.)

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