Categorie: SocietàVita

Meno testosterone per i neo papà

Diventare papà cambia la vita, sotto molti aspetti. Anche dal punto di vista fisiologico: perché la paternità modifica l’equilibrio ormonale. Nel periodo che segue la nascita di un figlio, infatti, gli uomini sembrano andare incontro a un notevole abbassamento dei livelli di testosterone. Lo si apprende da uno studio della Northwestern University, appena pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), che si basa sui dati di oltre 600 giovani filippini, seguiti per un periodo di cinque anni (dai 21 ai 26 anni di età).

I volontari, tutti in buona salute, avevano preso parte a uno studio di popolazione sulla nutrizione. Nel lasso di tempo considerato, circa un terzo di loro era diventato padre per la prima volta. Analizzando i valori di testosterone (attraverso campioni salivari) nel 2005 e poi, di nuovo, nel 2009, i ricercatori hanno osservato un abbassamento medio di questo ormone compreso tra il 26 e il 34 per cento (a seconda delle misurazioni mattutine o serali) rispetto agli altri partecipanti. Questi valori sembrano variare anche in base al tempo dedicato al neonato: l’abbassamento era maggiore in quei papà che spendevano almeno tre ore della giornata nelle cure parentali

È la prima volta che viene misurata la produzione di testosterone di un campione così ampio prima e dopo la nascita di un figlio. E i dati sembrano avallare un’ipotesi interessante: l’interazione con i neonati interferirebbe con la produzione ormonale, modificando quindi la fisiologia dei neo papà. Precedenti studi avevano già mostrato che i livelli di testosterone nei padri sono mediamente più bassi di quelli degli altri uomini della stessa età e senza figli. Nessuno, però, aveva chiarito finora se la paternità fosse la causa di quanto osservato, o se gli uomini in questione avessero già in partenza dei valori più bassi. 

I risultati sembrano chiarire la questione, considerando anche che gli uomini con i più alti livelli dell’ormone nel 2005 sono risultati quelli con la più alta probabilità di diventare padri. La spiegazione ipotizzata dai ricercatori chiama in causa l’etologia: se elevati livelli di testosterone appaiono correlati a una maggiore probabilità degli uomini di trovare una partner, i tratti comportamentali associati all’ormone – l’aggressività e la competitività – sembrano meno utili quando c’è da prendersi cura della prole. 

Tra tutti i mammiferi, l’essere umano è quello che accompagna più a lungo la crescita dei figli: il nuovo studio afferma che anche il maschio si sarebbe biologicamente evoluto per questo compito. “Le esigenze di un bambino appena nato richiedono molte energie psicologiche e fisiche – hanno sottolineato gli autori – il nostro studio indica che la biologia di un uomo può cambiare in maniera sostanziale per contribuire a soddisfarle”.

Riferimento: doi: 10.1073/pnas.1105403108

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  • Comunque penso che genitori si nasce e non si diventa, è scritto nel dna ed è per questo che leggere libri di pedagogia, manuali su come crescere bene i propri figli, serve dunque a ben poco se non si è in possesso dei geni delle mamme e papà modello ed è per questo che molti papà si prendono cura dei loro piccoli!

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