Tecnologia

Che cos’è il metaverso e perché Facebook ha cambiato nome

Il metaverso è un network di ambienti virtuali in cui le persone – i loro avatar – possono interagire tra loro e con oggetti virtuali. Immaginate una combinazione di realtà virtuale immersiva, giochi di ruolo multigiocatore (MMORPG – Massively Multiplayer Online Role-Playing) e web. Un mondo virtuale prefigurato dalla fantascienza che molti ritengono sia il futuro di internet. Al momento il metaverso è solo una visione, ma molte aziende tecnologiche mirano a sfruttarlo per diverse attività on line, incluso lavoro, studio, svago e shopping. Cambiando nome in Meta, Facebook ha sottolineato il suo intento di dominare il metaverso.

Il termine “metaverso” è un neologismo, formato dalla fusione di meta, trascendente, e verso, da universo. Lo coniò lo scrittore di fantascienza Neal Stephenson nel romanzo Snow Crash del 1992 per descrivere una dimensione virtuale in cui il protagonista, Hiro Protagonist, tramite il suo avatar socializza, fa acquisti e sconfigge nemici del mondo reale. Ma il concetto risale allo scrittore William Gibson, che nel romanzo Neuromancer del 1984 lo popolarizzò col nome di cyberspazio.


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Tre sono gli aspetti chiave del metaverso: presenza, interoperatività e standardizzazione.

Per presenza si intende la sensazione di trovarsi in uno spazio virtuale, al cospetto di altre presenze virtuali. Decenni di ricerche mostrano che questa “incarnazione” (sense of embodiment) migliora la qualità delle interazioni on line. La sensazione di presenza è conseguita con tecnologie di realtà virtuale quali caschi con visori incorporati.

Interoperatività significa essere in grado di muoversi senza soluzione di continuità tra ambienti virtuali diversi, mantenendo il medesimo assetto, avatar e altri oggetti digitali. Già ora ReadyPlayerMe permette di crearsi un avatar da utilizzare in centinaia di diversi mondi virtuali, inclusi i meeting Zoom, attraverso app come  Animaze. E le tecnologie  blockchain, come cripovalute e nonfungible token, facilitano il trasferimento di beni digitali attraverso i confini virtuali.

La standardizzazione è ciò che permette l’interoperatività di piattaforme e servizi all’interno del metaverso. Come per tutte le tecnologie della comunicazione di massa – dalla stampa al texting – comuni standard tecnologici sono essenziali per la diffusione e l’adozione del metaverso. A stabilirli sono organizzazioni internazionali come l’Open Metaverse Interoperability Group.

Perché è importante il metaverso?

Se il metaverso sarà il nuovo internet, va da sé che chi lo costruisce, e come lo fa, è estremamente importante per il futuro dell’economia e della società nel suo insieme. Facebook vuole svolgere un ruolo leader nella costruzione del metaverso, in parte investendo massicciamente nella realtà virtuale. E il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg ha spiegato che la sua visione del metaverso include sia piattaforme non immersive, come gli attuali social media, sia tecnologie 3d immersive, quali la realtà virtuale, da impiegare in attività produttive o di intrattenimento.

Un giorno il metaverso potrebbe assomigliare alla smagliante Oasis del film di Ernest Cline Ready Player One. Oggi per un assaggio di esperienza virtuale immersiva ci sono giochi come Fortnite e Roblox, piattaforme social come VRChat and AltspaceVR e ambienti di lavoro come Immersed. Quando questi spazi separati convergeranno, divenendo sempre più interoperativi, sarà nato il metaverso.

Articolo orginariamente pubblicato su The Conversation. Traduzione a cura della redazione di Galileo.

*Rabindra Ratan e Yiming Lei sono, rispettivamente, professore associato e studente di dottorato presso il Media and Information, Michigan State University. Lo Spartie Lab (Social and Psychological Approaches to Research on Technology-Interaction Effects) è il loro laboratorio di ricerca.

Photo by Uriel Soberanes on Unsplash

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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