Metti un cuore 3D nel pdf

    Il suono di un cuore che batte, il modello tridimensionale di una sostanza appena identificata, il video di un ecografia. Sono contenuti che migliorerebbero enormemente la capacità di comunicazione di un articolo scientifico. Lo pensano anche i ricercatori della Charité – Universitätsmedizin Berlin che, insieme ad alcuni colleghi degli ospedali universitari di Jena e Münster, della Bundeswehrkrankenhaus Berlin e dell’azienda 3D-Shape GmbH, hanno per la prima volta incorporato dati multimediali in una pubblicazione medica elettronica.

    I ricercatori, guidati da Alexander Ziegler dell’Institut für Immungenetik della Charité, non hanno fatto altro che sfruttare appieno le possibilità offerte da Adobe PDF. Questo, infatti, permette l’incorporazione di file di diversa estensione, per esempio Mp3, all’interno di un documento. Nessuno però, finora aveva provato a usare queste potenzialità per la comunicazione medica, e il team di Ziegler ne hanno dimostrato l’efficacia con un paper pubblicato sulla rivista BMC Medcine.

    Nel loro articolo infatti, gli scienziati, non solo illustrano i vantaggi che verrebbero nel campo della comunicazione, della ricerca e dell’insegnamento delle discipline biomediche, ma li dimostrano integrando il testo con contenuti multimediali interattivi. Nello specifico, due modelli tridimensionali manipolabili – di un viso e di un cervello umani – un file audio di un paziente affetto da apnea notturna e il video di un’ecografia a ultrasuoni di un cuore umano pulsante. Per vedere tutto questo basta scaricare la versione gratuita del software Adobe Reader (dalla versione 9 in poi).

    “Questo approccio offre possibilità immense per preparare al meglio il materiale per una lezione o una conferenza”, ha commentato Ziegler. “La possibilità di integrare in un documento un modello interattivo tridimensionale di una complessa struttura biologica, che può essere quindi manipolata virtualmente, giocherà un ruolo importante per l’insegnamento delle scienze in futuro”.

    Riferimenti BMC Medicine doi:10.1186/1741-7015-9-17

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