Metti una proteina nel computer

La memoria dei computer potrebbe essere potenziata grazie all’uso di una comune proteina. Lo affermano i ricercatori della società britannica Nanomagnetics, i quali hanno utilizzato l’apoferritina, una proteina presente nelle cellule della mucosa intestinale che si combina col ferro, per creare un materiale costituito da particelle magnetiche ciascuna con un diametro di pochi milionesimi di millimetro (nanometri). Ogni particella può immagazzinare una singola unità, o bit, di informazione; se raggruppate, invece, le particelle magnetiche possono formare un dispositivo di memoria (hard disk) per i computer con una densità di dati e programmi maggiore di quella consentita dagli odierni metodi di produzione degli hard disk. Le proteine di apoferritina, di forma sferica, hanno un diametro di poco più di una decina di nanometri e presentano un nucleo cavo di circa otto nanometri; la loro combinazione con il ferro, che va a riempire il nucleo, è chiamata ferritina. La tecnica messa a punto dalla Nanomagnetics consiste dapprima nel rimuovere il ferro dal nucleo della ferritina con una soluzione acida. In seguito, il nucleo viene riempito con una lega magnetica di cobalto e platino. Infine, si spruzza la soluzione risultante sulla superficie di un hard disk, assemblando le particelle magnetiche in un singolo strato molto compatto. I ricercatori della Nanomagnetics sostengono che il nuovo materiale potrà immagazzinare 5000 miliardi di bit (gigabit) per centimetro quadrato, contro i circa 450 attualmente raggiungibili, e forse sarà operativo già entro la fine del 2003. (f.to.)

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