In mezzo alle Fiandre, non lontana da Bruxelles e immersa nella vivacità accademica di Lovanio, svetta una torre tutta a specchi. È la sede di Imec, un hub tecnologico che mette insieme università, start up e attorno cui gravitano 3500 ricercatori e dove sono confluiti negli ultimi anni diversi denari provenienti dall’Unione europea. Qualcosa come 120 milioni di euro del programma Horizon 2020, a finanziare il core business dell’azienda: lo sviluppo di chip che siano sempre più piccoli, sempre più veloci e che facciano sempre di più. Tra questi alcuni mirano alla messa a punto di una biopsia liquida: un esame per rintracciare nel sangue indizi di tumori, nella speranza di arrivare presto a una diagnosi.
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